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DI CLAUDIO PRA
Illuminare la notte a giorno, sostituendo la luce del Sole una volta tramontato con la luce artificiale. È quel che l’uomo moderno sta tentando di fare. Per un’atavica paura del Buio? Più probabilmente per un presunto bisogno di sicurezza (peccato che, secondo le statistiche, all’aumentare della luce non corrisponda una diminuzione dei reati). Oppure per abbellire, secondo un criterio su cui ci sarebbe molto da discutere. O ancora per dare un segno tangibile di vitalità e intraprendenza, dato che la luce attira l’attenzione. Sta di fatto che ci ritroviamo inondati dal chiarore anche in piena notte. Tutto ciò ha ovviamente un costo ambientale ed un costo economico che i tanto “santificati” led non eliminano di certo. Anzi, l’impressione è che il consumo minore incentivi il loro uso ben oltre le necessità. Tutto questo, se si tratta di opere pubbliche, ci presenta un costo salato che tutti paghiamo. Eppure l’attuale caro energia, che qualche anno fa al suo apice costrinse tante amministrazioni a spegnere i lampioni e chiudere strutture energivore, dovrebbe insegnare qualcosa. E che dire poi della tanta decantata sostenibilità, da tutti invocata e puntualmente disattesa? Nella stragrande maggioranza dei casi, basterebbe l’uso intelligente della tecnologia per risolvere il problema. Nelle grandi città, ma anche piccole cittadine, la luce ormai dilaga, ma alla moda non sfuggono neppure i nostri paesini montani. In Agordino, tra i tanti esempi, ne cito uno che ho sotto gli occhi, la ciclabile/pedonabile Alleghe-Caprile. Sui circa 3 chilometri di percorso sono stati installati ben 146 lampioni a LED ed a norma contro l’inquinamento luminoso. Soprattutto d’estate, periodo che invoglia locali e turisti alle passeggiate dopo cena, è una buona idea ed ha sicuramente un senso lasciare accese le luci del tracciato fino a tarda ora, ed anche in altri periodi, pur se la frequentazione diminuisce. Ma l’utilità di tenere acceso l’impianto per l’intera notte, 365 giorni all’anno, francamente sfugge. Sarebbe stato sufficiente pensare ad un timer che spenga le luci ad un orario prestabilito. Volendo si può ancora rimediare con una presa di coscienza intelligente ed al passo con i tempi. Frattanto sull’altro lato del Cordevole, in comune di Rocca Pietore, si sta lavorando su un altro segmento di ciclabile che corre parallela, che prevede altri lampioni, alcuni dei quali sono già stati accesi con le stesse modalità del versante opposto in un tratto da poco terminato. Parlando con il Sindaco di Rocca Pietore Valerio Davare, che si è ritrovato l’opera già cantierata, ho riscontrato una certa comprensione e sensibilità sulla tematica, con l’impegno a valutare possibili correzioni. Una riflessione spero possa farla nel contempo anche l’Amministrazione di Alleghe. Molti paesi del nord Europa, da sempre sensibili in tema ambientale, utilizzano tecnologie innovative come sensori capaci di rilevare la presenza, che accendono un lampione nel momento in cui serve per poi spegnerlo. Senza spingersi a tanto da noi un semplice timer, da utilizzare in questo ma anche in tanti altri casi, garantirebbe un enorme risparmio ad un senso di rispetto verso la natura che di notte, se non cancellata dalla luce, si manifesta grandiosa con la vista del cielo stellato e di fenomeni come la recente aurora Boreale, le cui foto che la ritraevano, scattate dalle nostre splendide montagne, hanno fatto il giro del mondo destando meraviglia e probabilmente promuovendo il territorio. Meglio queste gratuite grandiose attrazioni naturali che da noi, a differenza delle città, possiamo ancora osservare o meglio un costoso, inutile e triste luna park artificiale?
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