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Proseguono senza sosta le ricerche della donna di cui si sono perse le tracce in montagna, in una vicenda che si tinge sempre più di mistero. Il Soccorso alpino non esclude alcuna possibilità: dalla scelta di un rientro autonomo a valle fino all’ipotesi più inquietante, quella di un falso allarme.
Un’eventualità che viene definita gravissima dal presidente del Cnsas Veneto Giuseppe Zandegiacomo. «Mi auguro veramente che non si tratti di uno scherzo», ha dichiarato al Corriere delle Alpi, «lasciamo lavorare i soccorritori e speriamo che la persona venga ritrovata e in salute».
Da sabato sono impegnati nelle ricerche decine di tecnici e volontari, con un grande dispiegamento di uomini e mezzi, in condizioni spesso complesse. Se dovesse emergere che l’allarme è stato lanciato senza motivo reale, le conseguenze sarebbero pesanti: almeno una denuncia per procurato allarme e, secondo il presidente del Soccorso alpino, anche l’addebito integrale dei costi delle operazioni.
Un impegno enorme, che sottrae risorse a eventuali emergenze reali. Intanto resta l’attesa, carica di tensione, per un esito che tutti sperano possa chiarire il giallo nel modo migliore possibile.
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