ERA DI NOTTE
Era di notte che il vento impazzito
evase al controllo di Eolo
e l’alba scoperse l’orrendo scempio
che il buio cercò fino all’ultimo
di non render manifesto.
Era di notte che una foresta incantata
si fece muto cimitero
e l’aurora bagnata da lacrime amare
disvelò alla vista la spettrale ecatombe.
Alberi riversi, distesi, ammazzati,
intricati grovigli di tronchi scomposti
violentati da una natura
che inciampò su se stessa.
Per loro l’inverno arriverà per sempre;
non più vedranno nuove primavere,
mai più faranno da sentinelle
a serene passeggiate.
Era di notte che urlò il vento
e sprigionò la rabbia che covava in seno
e sconvolse luoghi di pace
e inoculò sgomento tra i giusti.
Ancora una volta il fato chiede conto a un Dio cieco o ingiusto
ove innocenti creature son chiamate a dolere
nel disincanto di un mondo abbandonato a se stesso.
Era di notte che tremarono i boschi
e piansero per l’ira del vento.