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LA GIUDIZIARIA OGGI
DAL CORRIERE DELLE ALPI
GIGI SOSSO – SINTESI –
SEDICO FG e la moglie LA sono accusati di truffa aggravata per aver percepito indebitamente pensioni da invalidità, mentre lui faceva lavori pesanti e andava in moto. L’Ulss 1 Dolomiti chiede 10 mila euro di risarcimento, l’Inps quasi 300 mila euro. L’uomo, riconosciuto paraplegico, camminava e lavorava in casa e fuori, come documentato dai carabinieri. La difesa parlerà a ottobre, ma l’accusa chiede due anni di reclusione con pena sospesa.
MILITARE CONDANNATO, MA LA CASSAZIONE RIAPRE IL CASO
BELLUNO S.F., militare condannato per falso in atto pubblico e violata consegna aggravata, ottiene un nuovo spiraglio dalla Corte di Cassazione. Il reato militare, commesso in violazione delle consegne durante un servizio di guardia, è aggravato da circostanze ritenute più gravi del normale. La Corte d’Appello aveva confermato la condanna, ma non aveva motivato il rifiuto di applicare l’articolo 131 bis, che prevede la non punibilità per particolare tenuità del fatto. Un errore non da poco, secondo i giudici della Suprema Corte, che hanno annullato la sentenza limitatamente a questo punto e disposto un nuovo giudizio davanti a una diversa sezione della Corte d’Appello di Venezia. L’imputato spera ora in un riconoscimento dell’esiguità del fatto, che potrebbe evitargli la condanna definitiva.
DANNEGGIA IL CAMPANELLO, MA LA VITTIMA RITIRA LA QUERELA
BELLUNO A.B. ha spaccato con un calcio il campanello di una vicina, interrompendo le comunicazioni tra ingresso e appartamento. Denunciato per danneggiamento aggravato, la querela però è stata ritirata dalla parte offesa. Così la Procura ha chiesto l’archiviazione e il giudice Velo ha prosciolto l’imputato, attualmente detenuto a Vicenza, per mancanza della condizione di procedibilità.
Morte di Carla Catturani: Accusa chiede condanne, difese invocano assoluzione
CORTINA Nel processo bis per la morte dell’anestesista Carla Catturani, travolta da una frana ad Alverà nel 2017, la Procura di Venezia ha chiesto pene da uno a un anno e otto mesi per la dirigente di Veneto Strade Lara Stefani, l’ex sindaco di Cortina Gianpietro Ghedina e l’ex vice Luigi Alverà, con accuse che vanno da omicidio colposo a omicidio stradale. I familiari chiedono un risarcimento di 600 mila euro. Secondo l’accusa, i responsabili non hanno adottato misure preventive nonostante l’allerta meteo e i precedenti eventi simili, omettendo di chiudere la strada regionale 48 e autorizzare la festa di Alverà. Veneto Strade ha agito solo dopo la tragedia, senza installare nemmeno semafori o segnali di pericolo. Le difese sostengono che l’evento fosse eccezionale e che non fosse compito degli imputati chiudere la strada o sostituirsi all’ente gestore, evidenziando carenze della Protezione Civile. In attesa di repliche e sentenza del giudice Paolo Velo, la causa continua.