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BELLUNO/TREVISO Dopo molti incontri e una lunga gestazione è stata firmata mercoledì pomeriggio all’Aran l’ipotesi di contratto 2022-2024 della scuola, che interessa 13.312 fra docenti, personale educativo e Ata nella Marca e 3.378 lavoratori e lavoratrici in provincia di Belluno. L’accordo, che chiude un percorso aperto da mesi, prevede aumenti di stipendio sulla base dell’anzianità di servizio e del grado di scuola in cui si opera. I docenti della scuola dell’infanzia e delle primarie otterranno un aumento variabile fra 110,12 euro e 159,38 euro lordo mensile; i docenti delle scuole di secondarie di primo grado avranno un incremento da 119,20 a 176,61; i professori degli istituti superiori da 119,20 euro a 185,31 euro mensili. Per quanto riguarda il personale ATA, i collaboratori scolastici avranno un aumento salariale da 85,74 euro a 110,80 euro al mese; gli assistenti da 92,58 euro a 127,95 euro mensili; i funzionari con elevate qualificazioni da 125,19 euro a 194,50. Sono state inoltre rideterminate le indennità fisse, che per i docenti passano da 204 a 320 euro mensili, mentre per il personale amministrativo variano tra 88 e 109 euro mensili. Per i Direttori dei servizi generali e amministrativi (Dsga) l’indennità di direzione è stata fissata a 2.972 euro annui. L’accordo, inoltre, dato che giunge quasi un anno dopo la scadenza del triennio al quale il contratto si riferisce, consentirà di ricevere il saldo degli incrementi retributivi spettanti, al netto delle anticipazioni già in busta paga, col pagamento degli arretrati dei mesi precedenti, equivalenti a una sorta di seconda tredicesima (tra 1.200 e 2.000 euro, con accredito previsto tra dicembre 2025 e gennaio 2026). Le parti firmatarie – delle organizzazioni sindacali hanno firmato Cisl Scuola, Uil Scuola Rua, Gilda-Unams, Snals-Confsal e Anief – hanno infine siglato l’impegno a riaprire subito il tavolo per il contratto 2025-2027, concentrandosi sull’adeguamento retributivo e sull’avvio della nuova fase normativa, con la concreta possibilità di raggiungere un altro importante risultato, oltre a quello di un ulteriore incremento del trattamento economico. Per la prima volta da decenni, infatti, si riuscirebbe a ottenere gli aumenti contrattuali nel corso del triennio di vigenza, senza i trascinamenti che quasi sempre hanno portato a rinnovi dei contratti nazionali ben oltre il termine della loro scadenza.
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