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di mirko mezzacasa
REDAZIONE Quello che è successo ieri pomeriggio è solo l’ennesima replica di un copione già visto e rivisto. Parlano tanto di piani di protezione civile, di sicurezza, di emergenze gestite… poi, quando arriva il momento cruciale, la realtà ci svela l’amara verità: quei piani non servono a nulla.
Ieri, alle 16:30, un incidente sulla SR203 ha paralizzato la viabilità per ore, con una lunga coda di automobili che si è trasformata in un incubo. La galleria dei Castei, già tristemente famosa, è rimasta bloccata per due ore intere. Due ore di panico senza informazioni per decine di automobilisti imprigionati nel buio, nell’umidità, nel fumo e sottol’acqua incessante che filtra dalla volta del tunnel. Scene da incubo: madri con bambini costrette a camminare a piedi nel buio, senza nessun supporto esterno, senza una parola di conforto, senza indicazioni chiare. Dove era la Protezione Civile? Dove erano le forze dell’ordine? Perché non hanno chiuso immediatamente la galleria? Perché non hanno deviato il traffico lungo percorsi alternativi: da Ponte nelle Alpi verso lo Staulanza o il Duran, dal ponte Mas a Sedico verso la Valle del Mis. È un deja-vu: un anno fa furono addirittura nove ore di attesa bloccati nel tunnel. Ieri, “solo” due, ma con lo stesso disinteresse totale verso chi si è ritrovato intrappolato in condizioni pericolose. E ancora peggio: dentro la galleria non c’è copertura telefonica per tutti, non si riesce a sentire la radio se non con l’applicazione (radiopiu), e nessuna informazione raggiunge chi è chiuso lì dentro. In un mondo dove la tecnologia dovrebbe aiutare a gestire le emergenze, siamo costretti a rivivere scene da Medioevo. Chi deve tutelare la sicurezza dei cittadini dov’è? Chi ha la responsabilità di evitare questi disastri? La risposta è che i cittadini pagano ancora una volta con paura, disagio e frustrazione. Basta con le parole vuote. È ora di azioni concrete, di responsabilità e di un serio piano di emergenza che funzioni davvero, prima che la prossima tragedia succeda.
DILLO A RADIOPIU. DI EMILIO BEZ
alle tue giuste osservazioni mi viene da aggiungere un paio di spunti. A fronte di un incidente, sicuramente oltre ai soccorsi arrivano le forze dell’ordine a presidiare la zona, sarebbe quindi opportuno che una pattuglia si occupasse di bloccare le auto prima dell’ingresso galleria. Ma è una operazione che, in teoria, si potrebbe fare con telecamere in grado di rilevare in tempo reale il formarsi di code e semafori a ingresso galleria collegati ad una centrale operativa. Ma, che tu sappia, telecamere e semafori ci sono o no?
Qualcuno delle forze dell’ordine dovrebbe comunque passare in galleria a controllare che tutti i guidatori fermi in coda abbiano spento il motore del proprio veicolo. Purtroppo nonostante vi sia l’obbligo (e nonostante il buon senso) si trovano ancora quelli che, magari per mantenere in funzione il condizionatore d’estate o il riscaldamento d’inverno, lasciano girare il motore, contribuendo a trasformare la galleria in una camera a gas. Così poi alcuni automobilisti, per non intossicarsi con i fumi, abbandonano l’auto ed escono dalla galleria a piedi, peccato che dopo, quando la strada riapre, le loro auto rimangono in mezzo alla corsia di marcia, creando ulteriori grossi problemi come si è capito dai messaggi di ieri sulla chat VPB e sull’altra collegata.
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