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Per la rubrica “Dillo a Radio Più” pubblichiamo la lettera di alcuni genitori di studenti che in passato hanno frequentato l’Istituto Comprensivo 1 di Belluno, esprimono solidarietà agli studenti e alle famiglie del Follador-De Rossi di Agordo. I genitori riconoscono nei ragazzi un esempio di civiltà e maturità, difendono il diritto allo studio e chiedono ascolto, dialogo e responsabilità da parte della dirigenza scolastica, ricordando che una scuola funziona solo con collaborazione, rispetto dei ruoli e partecipazione condivisa.
LA LETTERA
Seguendo la vicenda dell’Istituto Follador, non possiamo che essere solidali con i ragazzi e i genitori che stanno attuando la protesta. Ai ragazzi va soprattutto il nostro rispetto, perché stanno dimostrando con il loro comportamento un grande senso civile e la maturità di voler difende il loro diritto allo studio e alla conciliazione della vita scolastica con la vita familiare.
I patti scuola famiglia sono fondamentali nella gestione della scuola. Ogni anno come genitori siamo chiamati a firmare degli impegni, come anche la scuola si impegna a farlo. Il fatto è che l’impegno non può essere unilaterale, e tante cose non possono sempre e solo essere demandate alle famiglie.
Assumersi dei ruoli negli organi della gestione scolastica come genitori, vuoi da Rappresentanti di classe, vuoi come membri del Consiglio d’Istituto, spesso viene visto come un impiccio, ma quando si viene chiamati a difendere la vita scolastica dei propri figli, è li che se ne capisce l’importanza, e in vicende come quelle che sta vivendo l’Istituto Follador ancora di più.
Già la scelta di una scuola superiore non è facile, scegliere con consapevolezza a 14 anni è degno di nota, soprattutto se un ragazzo è anche costretto a dei sacrifici in termini di levatacce e trasporti. Trasporti che purtroppo nella nostra provincia non sono facili. Tantopiù che ad Agordo ci sono indirizzi che non vengono trovati altrove, pensiamo al Minerario, al Chimico, al Liceo Sportivo.
Alla maggior parte delle persone un cambio di dirigenza è un aspetto superfluo, ma non è così. La persona che va a dirigere un comprensivo deve essere consapevole di tanti aspetti. Non è possibile avere solo chiaramente in testa il fatto di avere delle responsabilità, e trovare costantemente un cuscino normativo che va a difendere la propria persona da eventuali ripercussioni. Vale nel pubblico, ma anche quando c’è un dirigente nel privato non ci sono scappatoie. Infatti un dirigente viene pagato in maniera adeguata anche per le responsabilità che si assume. E per quanto riguarda la scuola, non possiamo sempre essere noi genitori ad intervenire per gestire problematiche che riguardano la vita scolastica.
Un dirigente scolastico deve essere conscio dell’età degli utenti. E di fatto delle esigenze della vita delle famiglie. Non si possono semplicemente togliere dei doposcuola per non avere implicazioni sulla propria responsabilità. Se i doposcuola sono a gestione privata, lascia pure che siano le famiglie ad organizzare, ma dai il tuo sostegno come dirigente. Perché se semplicemente togli e non dai un appoggio per l’organizzazione, le famiglie vanno altrove, e la tua scuola perde iscritti. Se perdo iscritti perdo personale, e rischio la chiusura di plessi, che si chiudono non riaprono più. Non vale solo nelle scuole primarie o nelle scuole medie, vale anche nell’offrire un luogo adeguato e sicuro, anche per ragazzi più grandi, dove poter mangiare.
Il trasporto non è aspetto da sottovalutare, perché la maggior parte delle persone lavora, e non può scorrazzare i figli, per km e km. E non facciamo finta di niente, se le famiglie ti dicono che ci sono delle difficoltà, ascoltale, organizza. Non trincerarti dietro posizioni solo per salvaguardare la tua sistemazione dell’orario scolastico.
Orario scolastico e offerta formativa. Cosa vogliamo dire? Vogliamo istituire un tempo pieno oppure un rientro pomeridiano per sistemarci con ore da 60 minuti, che non vengono comunque fatte ovunque, così di punto in bianco? Non è possibile. Esistono documenti che devono essere aggiornati ogni anno, e approvati dal Consiglio d’Istituto, prima delle iscrizioni al nuovo anno scolastico. Le famiglie si possono adeguare alla proposta, che va comunque approvata dall’organo di gestione, che è il Consiglio d’Istituto, e non può essere decisa unilateralmente, ma possono essere contrtitolarie. E comunque se il nuovo assetto non è stato approvato prima delle iscrizioni al nuovo anno, e quindi per il problema attuale parliamo di tempistiche antecedenti a gennaio/febbraio dello scorso anno, non è valido e può essere impugnato.
Da ultimo, il ruolo del Consiglio d’Istituto, non è superfluo. Se i componenti si dimettono, buona regola credo fondamentale, è che essi vengano sostituiti o dai primi non eletti o con nuove elezioni, in tutte le sue componenti. Non è valida la decisione del solo Dirigente, il Consiglio d’Istituto entra su tutto. E va quanto meno rispettato in tutte le sue funzioni. E va rispetto nelle sue decisioni e anche nei verbali che vengono redatti, perché quello che si dice in riunione è quello, non può essere cambiato a piacimento di nessuno. Va mantenuta l’equità in tutte gli aspetti e verso tutti gli attori. E un verbale va approvato da chi è presente alle riunioni.
Purtroppo con dispiacere abbiamo notato un perpetuarsi di vicende già viste, e tra l’altro già note.
La scuola, la buona scuola, va difesa, non solo dai genitori e dagli studenti, ma anche da chi ci lavora. Il ruolo da insegnate, e da Dirigente, perché un dirigente scolastico prima di tutto è un insegnante, rimane sempre una scelta, perché come diceva una docente che conosco poche settimane fa, non sono solo i ragazzi a dover imparare ogni giorno, ma sono anche gli insegnanti, i dirigenti, che imparano ogni giorno dai ragazzi. Grandi parole a mio parere. E ad Agordo dai ragazzi c’è chi può solo imparare.Un passo indietro ogni tanto è senso di maturità. Riflettere sul passato, e sul proprio operato anche. Lo auspichiamo. Perché puntare il dito contro la gioventù sempre e comunque è diventata un’ovvietà. Quello che stanno facendo i ragazzi ad Agordo e le loro famiglie è invece un esempio di civiltà. Che la protesta sia presa in considerazione come si deve, da chi di dovere. E che si prendano le decisioni giuste perché la vita scolastica sia rispetta, che ognuno abbia il proprio ruolo, e che si assuma le proprie responsabilità, senza trovare alternative.
E se ogni volta è un problema gestire…pensiamoci.
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