GIORNALE RADIO PIU, 19 LUGLIO 2017
DIRETTORE MIRKO MEZZACASA
INGRESSI NEL SITO IERI 2.543 PAGINE VISTE IERI 9.637
– Incidente mortale tra un’auto e una moto. L’impatto è stato fatale e una persona ha perso la vita all’uscita dell’autostrada A27, sulla statale 51, in località Pian di Vedoia. Si tratta di un uomo che con degli amici era in tour tra le Dolomiti bellunesi. Sul posto è intervenuto l’elisoccorso, ma non c’è stato niente da fare per lo sfortunato coinvolto nell’incidente. Presenti anche i vigili del fuoco Il traffico è stato deviato su una strada laterale.
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OGGI ALLA RADIO
8 05 LA RASSEGNA STAMPA
930GR MATTINA e Due Minuti Un Libro
1020 CISL LA VOCE DEI LAVORATORI, PAOLO CHISSALE’
10.40 Corrinvalle 2017 SPECIALE PRESENTAZIONE EVENTO A TAIBON AGORDINO
1230 GR PRINCIPALE E ALLA MEZZANOTTE REPLICA PER CHI CI ASCOLTA DALL’ALTRA PARTE DEL MONDO O 15 10 MESTIERI E SAPERI Transcivetta Karpos SPECIALE EVENTO Ad Agordo Proloco CON Daniele Galligani
1600 COLLAGE OPERAZIONE NOSTALGIA Loris Scussel
1645 HIT PARADE STORIA DELLA MUSICA E TANTE emozioni Mirco Bencivenni
1900 SALUTE E SOCIETA’ DOTTOR MARCO CARACCIOLO
10 10, 20 10 ZAINO IN SPALLA, 11^ PUNTATA. ASCOLTA IL PROMO
BLACK OUT IDRICO A SAN TOMASO Gestione Servizi Pubblici informa che, per lavori alla rete idrica comunale, DOMANI dalle 8.00 alle 12.00 verrà sospesa l’erogazione dell’acqua a S.TOMASO nelle loc. CELAT, CHIEA, COLZARESE’, FONTANELLE e TOCOL. Il personale addetto opererà per limitare il più possibile i disagi alla popolazione. Per informazioni è possibile contattare il Servizio Clienti ai numeri 800 306 999 (da rete fissa) oppure 0437/381299 (da mobile o per chiamate via internet). Per emergenze il numero del Pronto Intervento è 800 757678.
METEO, DAL CENTRO DI ARABBA
mercoledì 19. Inizio di giornata in prevalenza soleggiato, nonostante qualche modesto annuvolamento, specie a ridosso dei rilievi prealpini. Al pomeriggio riduzione del soleggiamento per attività cumuliforme un po’ più intensa rispetto a martedì, anche l’insidia rovesci e temporale di calore crescerà un po’. Clima caldo di stampo estivo. Precipitazioni. Durante la notte qualche rovescio sarà possibile (10/20%); al mattino assenti (0%), nel pomeriggio non si potrà escludere del tutto qualche rovescio o eventuale breve temporale (20/40%) sulle Dolomiti e (10/20%) sulle Prealpi.
giovedì 20. Tempo simile a mercoledì con sole al mattino ed annuvolamenti cumuliformi irregolari al pomeriggio, i quali potranno dar luogo a qualche fenomeno convettivo perlopiù a carattere di rovescio o temporale, ma la probabilità rimarrà piuttosto bassa e sembra che i fenomeni possano limitarsi al settore dolomitico. Clima diurno sempre estivo. Precipitazioni. Al mattino assenti (0%), nel pomeriggio non si potrà escludere del tutto qualche rovescio o eventuale breve temporale (30/40%) sulle Dolomiti e (10/20%) sulle Prealpi.
venerdì 21. In prevalenza soleggiato al mattino ed annuvolamenti cumuliformi irregolari al pomeriggio, anche intensi con maggiore rischio di rovesci e temporali sparsi su tutta la montagna veneta. Temperature senza notevoli variazioni o in leggero calo le massime nei settori più interessati dall’instabilità pomeridiana. Venti da deboli a moderati dai quadranti occidentali in quota e brezze nelle valli.
sabato 22. In prevalenza soleggiato al mattino, poi addensamenti irregolari, ancora associati a qualche temporale durante le ore più calde, il rischio sarà minore rispetto ai giorni precedenti.
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LA CRONACA LOCALE, NEL NOTIZIARIO DELLE 9.30, 12.30, 14.30, 16.30, 18.30 e nel gr della mezzanotte.
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GRAVE UN 87ENNE CADUTO DAL CORDOLO DEL BROI E INVESTITO DALLA POSTINA CHE NON HA POTUTO EVITARLO
PROFUGHI Belluno apre le porte ad altri 130 profughi dopo i nuovi sbarchi, la Prefettura è alla ricerca di strutture ricettive. Ad oggi sono 24 i Comuni dove operano 5 cooperative a cui è affidata la gestione e che prendono in affitto i locali per dare ospitalità. In Alpago in una struttura alloggiano 33 persone, 6 ad Agordo
CENCENIGHE_LE RONCHE
Il “cimitero” dei cassonetti dismessi per fare posto alla raccolta differenziata porta a porta spinta ha sede a Le Ronche periferia di La Valle in zona decentrata e Cencenighe dove finisce la ex regionale 203 agordina in sinistra orografica del Cordevole ed inizia la pista ciclabile Cencenighe-Taibon. Anche la ditta che aveva in appalto i rifiuti fino allo scorso gennaio si era servita del paese come magazzino dei cassonetti, in via XX settembre nei piazzali della ex segheria. Ma quelli erano cassonetti ancora imballati in attesa di collocazione nelle isole ecologiche che sono in fase di smantellamento. Questi a Morbiach, al contrario sono cassonetti vecchi e puzzolenti, alcuni ancora con all’interno le immondizie e chi vive nelle vicinanze è generalmente perplesso oltre che con le mani sul naso per evitare l’olezzo.
“E’ questione di pochi giorni – assicura il presidente dell’Unione Montana Fabio Luchetta – su segnalazione del problema ho chiamato immediatamente Valpe per avere delucidazioni. Mi è stato riferito che i cassonetti rimarranno parcheggiati per poco, il tempo di svuotarli, smontarli e quindi smaltirli. Era tutto previsto, il disagio sarà minimo e mette in evidenza come sia partita spedita la nuova raccolta e al contempo l’eliminazione delle vecchie isole ecologiche. In ogni caso la società che si occupa della raccolta dei rifiuti sta usufruendo di terreni comunali per i quali è stata richiesta l’autorizzazione a collocare momentaneamente i cassonetti”.
A proposito della raccolta come sta andando?
“E’ iniziata bene, sono in contatto costante con i sindaci e con la Valpe per capire quali sono le criticità che stanno emergendo, sono fiducioso. Noi amministratori e Valpe abbiamo scelto il sistema ottimale della raccolta e smaltimento dei rifiuti, se non avviene nel modo corretto non è colpa degli amministratori, nè della Valpe, ma solo dell’inciviltà delle persone. Il nostro sistema mette a disposizioen tutto con la raccolta a casa, con 14 econcentri, cosa serve ancora? Siamo disponibili a migliorare consapevoli che il sistema è valido e porterà miglioramenti anche all’ambiente”.
Voci contrastanti preannunciano l’abbandono dei rifiuti nelle valli.
“Crediamo ciò non avvenga, se succede non è per colpa delle nostre decisioni, abbiamo messo in campo gli strumenti necessari perchè questo non avvenga. Se non è vero che mi venga dimostrato il contrario”.
TRENO DELLE DOLOMITI. D’INCA’ (M5S): “ZAIA CI DICA DOVE E QUANDO VERRANNO REPERITI I FONDI PER L’INIZIO DEI LAVORI. INOLTRE HO INTERROGATO IL MINISTRO SULLA MANCANZA DEI 194 MILIONI DEL SFMR”
“Benissimo che Zaia -proprio come da sempre il M5S- descriva il Treno della Dolomiti come una grandissima opportunità per il nostro territorio ma è fondamentale, al contempo, che queste non siano solo parole al vento: chiedo dunque pubblicamente al Governatore della Regione Veneto dove verranno reperiti i fondi per la costruzione e la tempistica della durata e dell’avvio dei lavori” dichiara il deputato M5S bellunese Federico D’Incà. “Nella conferenza stampa del 26 maggio il M5S ha di fatto chiesto a gran voce che l’intesa per il Treno delle Dolomiti tra il Cadore e la Val Pusteria sottoscritta il 13 febbraio 2016 a Cortina d’Ampezzo trovasse un riscontro concreto quanto prima. Durante la conferenza stampa abbiamo inviato un regalo, un mattone, a Kompatscher presidente della provincia di Bolzano, Rossi presidente della provincia di Trento, Zaia presidente regione Veneto e Delrio Ministro dei trasporti affinché il primo mattone delle fondamenta dell’opera fosse depositato il prima possibile” continua il parlamentare. “E’ fondamentale comprendere dunque dove verranno reperiti i fondi; a tal proposito, ho depositato un’interrogazione al Ministro dei trasporti in merito al sistema ferroviario metropolitano regionale (SFMR) a cui mancano 194 milioni: questo progetto, nato nel 1989, prevede la realizzazione di un sistema di trasporto pubblico integrato ferrovia più autobus, su scala regionale, la ristrutturazione di stazioni esistenti, la realizzazione di nuove fermate, la soppressione di passaggi a livello, l’adeguamento di sottopassi esistenti e l’acquisto di sei nuove unità di trazione elettrica a due piani e l’attivazione di un ferroviario regionale suburbano ad elevata frequenza” afferma il deputato bellunese M5S Federico D’Incà. “Il costo presunto indicato nell’ allegato infrastrutture al documento di economia e finanza del 2013, approvato dal Cipe con delibera 26/2014, si attesta sui 314,650 milioni di euro; inoltre, il sistema informativo relativo alla legge sulle opere strategiche, aggiornato al 31 dicembre 2016, a fronte di una disponibilità di 119,900 milioni di euro, segna un fabbisogno di 194,750 milioni di euro” continua il parlamentare. “E’ chiaro che dobbiamo subito capire come sono stati spesi i primi 119 milioni e quando verranno stanziati gli altri 194 a tutt’oggi ancora mancanti” incalza l’esponente del M5S in Parlamento. “Il progetto non è ancora concluso e le fasi di realizzazione non risultano aver fatto significativi progressi, specialmente negli ultimi anni. Ho chiesto dunque al Ministro quale sia la priorità riconosciuta a quest’opera dal Governo, la tempistica stimata per il completamento degli interventi, se non intenda stanziare ulteriori risorse qualora ritenesse insufficienti quelle previste e un’eventuale revisione del progetto, visto che si tratta di un progetto datato e il mondo nel frattempo sta conoscendo una nuova “era geologica” nei sistemi di trasporto con la sharing economy, la guida autonoma e la mobilità elettrica” prosegue D’Incà. “E’ fondamentale ridurre al minimo l’impatto ambientale della mobilità su gomma promuovendo e rilanciando il nostro turismo grazie al potenziamento del sistema ferroviario nella nostra Regione. Il Treno delle Dolomiti va proprio in questo senso” conclude.
PROFUGHI AD ALANO – PICCOLI: “BENE FA IL SINDACO: LA POPOLAZIONE VA ASCOLTATA” “IL BASSO FELTRINO HA FATTO SCUOLA SUL FRONTE DELL’INTEGRAZIONE, ORA HA IL DIRITTO DI SCEGLIERE”
“Bene fa il sindaco di Alano a interpellare i suoi cittadini. Il Basso Feltrino è un territorio che ha già dato e che – più di ogni altro – conosce limiti e opportunità dell’immigrazione. Di certo, il Governo continua a prescindere dalle Amministrazioni locali salvo poi scaricare l’emergenza su di esse”. Così il senatore Giovanni Piccoli commenta l’iniziativa del sindaco di Alano di Piave Amalia Serenella Bogana che – di fronte all’ipotesi dell’arrivo di alcuni migranti sul territorio comunale – intende consultare la popolazione. “Parliamo di un comune che non ha niente da imparare sul fronte della corretta integrazione: nel Basso Feltrino si sono raggiunti picchi di popolazione residente straniera oltre il 20 %, un record nazionale”, illustra Piccoli. “Ricordo i cartelloni in arabo e cinese per la raccolta differenziata, i corsi di lingua per stranieri organizzati dal comune, le classi con oltre il 50 % di alunni non italiani con tutte le criticità nella didattica. Parliamo di territori che hanno fatto scuola e che continuano a rappresentare un modello a livello nazionale”.
“Chi tra gli Anni Novanta e il Duemila è arrivato tra Alano, Quero, Vas e Segusino lo ha fatto perché certo di trovare un lavoro. Non è un caso che in tanti – negli anni della crisi – siano tornati al loro Paese in una dinamica che è fisiologica”. “Oggi invece assistiamo a innesti ingiustificati senza che vi siano reali possibilità di impiego, completamente fuori da un contesto di sostenibilità. E’ un altro film rispetto al passato che da un lato non permette una giusta integrazione – realizzabile solo attraverso il lavoro e l’accettazione del nostro sistema culturale e valoriale – dall’altro mette a dura prova contesti economico-sociali già provati dalla crisi”, prosegue Piccoli. “Qui si tratta di essere realisti fino in fondo. Per questo alla sindaca Bogana va tutta la mia solidarietà e il mio sostegno. Un buon amministratore non può prescindere dal sentimento della sua comunità”
BELLUNO_PROVINCIA_AUTONOMIA Il consiglio provinciale è convocato per il giorno venerdì 21 luglio 2017 alle ore 9:00 nella sala Consiglio di Palazzo Piloni, sede dell’amministrazione provinciale con un unico punto all’ordine del giorno:
– Indizione del Referendum consultivo provinciale per una maggiore autonomia della Provincia di Belluno. A presiedere il consiglio sarà la presidente della Provincia facente funzioni Amalia Serenella Bogana.
IL SOGNO LADINO, VERSO LA TERRA PROMESSA O IL GIARDINO PIU’ VERDE
Sono state ribadite in data 17.07.2017 alla Consulta trentina pe la revisione dello Statuto di Autonomia del Trentino-Alto Adige le richieste di tutti i Comuni ladini appartenenti alle provincie di Belluno, Bolzano e Trento per l’unione dei Ladini e per il riconoscimento della Lia di Comuns Ladins quale organo politico che rappresenti tutte le minoranze linguistiche ladine. La giunta della Lia di Comuns Ladins nella seduta del 11.07.2017 ha preso visione del documento preliminare redatto dalla Consulta “Indicazioni per la riforma dello Statuto di autonomia” e, proprio per l’importanza della revisione che viene fatta allo Statuto di Autonomia della Regione Trentino Alto Adige – Sudtirol, ha deciso di confermare alla commissione le seguenti richieste, già peraltro inviate in autunno ai Presidenti delle provincie autonome e alle rispettive Commissioni, e firmate da tutti i Sindaci dei Comuni facenti parte della Lia di Comuns Ladins:
Unione del gruppo Ladino / Dolomitico nella Regione Autonoma Trentino Alto Adige con annessione delle popolazioni di lingua ladina appartenenti ai Comuni di Colle S. Lucia, Cortina d’Ampezzo e Livinallongo del Col di Lana;
E’ noto che i Comuni di Colle S. Lucia, Cortina d’Ampezzo e Livinallongo del Col di Lana da anni chiedono l’annessione alla Regione Autonoma Trentino Alto Adige – Sudtirol e, a tal fine nel 2007 fu anche fatto un referendum, nel quale le popolazioni dei Comuni interessate esprimevano il loro “SI” al distacco dalla Regione Veneto e all’annessione a quella Trentina.
In merito a tale argomento, la Lia di Comuns Ladins, pur essendo consapevole che non è lo Statuto di Autonomia lo strumento corretto per modificare i confini tra Regioni, ha sottolineato come nel documento preliminare “Indicazioni per la riforma dello Statuto di autonomia” non si faccia alcun cenno alla possibilità di richiamare nello Statuto di Autonomia la volontà di appartenenza al Trentino di tali Comuni. Al contrario in tale documento si indica come sia emersa invece l’opportunità che lo Statuto richiami le aspirazioni di Comuni (Pedemonte, Magasa, Valvestino) che per secoli hanno fatto parte del contesto storico e geografico del Trentino ma che in epoca fascista furono assegnati alle regioni vicine (Veneto, Lombardia).
Ritenendo corretto verso le popolazioni ladine dei Comuni Veneti che già hanno chiesto l’annessione, inserire un richiamo alla volontà di tali Comuni di far parte della Regione Trentino Alto Adige, la Lia di Comuns Ladins ha chiesto alla Commissione per la revisione delle Statuto un gesto di riconoscimento di tutte le popolazioni delle Valli Ladine che vivono intorno al massiccio del Sella, ricordando che i Sindaci dei Comuni Ladini in data 25 novembre 2016 hanno firmato un documento, già inviato che chiedeva con forza il riconoscimento dei Comuni ladini di Colle S. Lucia, Cortina d’Ampezzo e Livinallongo del Col di Lana da parte della Regione Trentino Alto Adige.
BELLUNO_AUTONOMIA_PD
La conferenza dei sindaci bellunesi ha approvato all’unanimità la richiesta di consultazione referendaria per l’autonomia della Provincia di Belluno rispetto al Veneto. Con questo documento, gli amministratori chiedono che insieme al referendum sull’autonomia regionale dall’Italia, il 22 ottobre i cittadini bellunesi si possano esprimere sull’autonomia della provincia dalla Regione. «Registriamo un ottimo lavoro di squadra da parte dei nostri sindaci», afferma la segretaria provinciale del Partito democratico, Erika Dal Farra. «L’unanimità della proposta indica la compattezza e la maturità del nostro sistema istituzionale rispetto a un tema che oltre due decenni viene sistematicamente eluso dalla giunta regionale». Nei prossimi giorni la richiesta verrà trasmessa alla Regione Veneto. «L’autonomia bellunese rispetto al Veneto è il convitato di pietra di ogni discorso pubblico», ricorda il deputato Roger De Menech. «La presa di posizione di così tanti amministratori sarà un ulteriore stimolo per l’applicazione dello statuto regionale e della legge 25 che prevede misure concrete di attuazione dell’autonomia per un territorio tanto diverso dalla pianura. Non avremmo voluto arrivare a questo punto, ma fino ad oggi la Regione ha evitato con ogni mezzo di riconoscere le misure economiche, amministrative e regolamentari per consentire al Bellunese e ai bellunesi uno sviluppo commisurato alle difficoltà che devono affrontare e al particolare contesto ambientale. Sia lo statuto sia la legge 25 potevano essere applicati immediatamente. Invece la Regione tenta di togliere alla Provincia di Belluno anche le deleghe assegnate, se pur gestite in modo esemplare da tre decenni, come quelle sulla gestione faunistico venatoria».
IL SOGNO LADINO, VERSO LA TERRA PROMESSA O IL GIARDINO PIU’ VERDE
Sono state ribadite in data 17.07.2017 alla Consulta trentina pe la revisione dello Statuto di Autonomia del Trentino-Alto Adige le richieste di tutti i Comuni ladini appartenenti alle provincie di Belluno, Bolzano e Trento per l’unione dei Ladini e per il riconoscimento della Lia di Comuns Ladins quale organo politico che rappresenti tutte le minoranze linguistiche ladine. La giunta della Lia di Comuns Ladins nella seduta del 11.07.2017 ha preso visione del documento preliminare redatto dalla Consulta “Indicazioni per la riforma dello Statuto di autonomia” e, proprio per l’importanza della revisione che viene fatta allo Statuto di Autonomia della Regione Trentino Alto Adige – Sudtirol, ha deciso di confermare alla commissione le seguenti richieste, già peraltro inviate in autunno ai Presidenti delle provincie autonome e alle rispettive Commissioni, e firmate da tutti i Sindaci dei Comuni facenti parte della Lia di Comuns Ladins:
Unione del gruppo Ladino / Dolomitico nella Regione Autonoma Trentino Alto Adige con annessione delle popolazioni di lingua ladina appartenenti ai Comuni di Colle S. Lucia, Cortina d’Ampezzo e Livinallongo del Col di Lana;
E’ noto che i Comuni di Colle S. Lucia, Cortina d’Ampezzo e Livinallongo del Col di Lana da anni chiedono l’annessione alla Regione Autonoma Trentino Alto Adige – Sudtirol e, a tal fine nel 2007 fu anche fatto un referendum, nel quale le popolazioni dei Comuni interessate esprimevano il loro “SI” al distacco dalla Regione Veneto e all’annessione a quella Trentina.
In merito a tale argomento, la Lia di Comuns Ladins, pur essendo consapevole che non è lo Statuto di Autonomia lo strumento corretto per modificare i confini tra Regioni, ha sottolineato come nel documento preliminare “Indicazioni per la riforma dello Statuto di autonomia” non si faccia alcun cenno alla possibilità di richiamare nello Statuto di Autonomia la volontà di appartenenza al Trentino di tali Comuni. Al contrario in tale documento si indica come sia emersa invece l’opportunità che lo Statuto richiami le aspirazioni di Comuni (Pedemonte, Magasa, Valvestino) che per secoli hanno fatto parte del contesto storico e geografico del Trentino ma che in epoca fascista furono assegnati alle regioni vicine (Veneto, Lombardia).
Ritenendo corretto verso le popolazioni ladine dei Comuni Veneti che già hanno chiesto l’annessione, inserire un richiamo alla volontà di tali Comuni di far parte della Regione Trentino Alto Adige, la Lia di Comuns Ladins ha chiesto alla Commissione per la revisione delle Statuto un gesto di riconoscimento di tutte le popolazioni delle Valli Ladine che vivono intorno al massiccio del Sella, ricordando che i Sindaci dei Comuni Ladini in data 25 novembre 2016 hanno firmato un documento, già inviato che chiedeva con forza il riconoscimento dei Comuni ladini di Colle S. Lucia, Cortina d’Ampezzo e Livinallongo del Col di Lana da parte della Regione Trentino Alto Adige.
SANITA’: OK GIUNTA REGIONALE A 47 NUOVE ALTE TECNOLOGIE IN OSPEDALI VENETI PER UN INVESTIMENTO DI 30 MILIONI. PRESIDENTE, “IN SANITA’ CHI SI FERMA ARRETRA, IL VENETO PROGREDISCE ANCORA”.
La Giunta regionale, su proposta dell’Assessore alla Sanità, ha dato il via libera ad una vasta operazione di acquisto di macchinari ad alta tecnologia in tutte le nove Ullss e le due Aziende Ospedaliere. Si tratta di 25 Tomografie Assiali Computerizzate, 8 Risonanze Magnetiche, 9 Angiografi Digitali e altri 5 investimenti di diversa tipologia, per un valore totale di circa 30 milioni di euro.
Le nuove tecnologie entreranno in funzione tra il 2017 e il 2018, a seconda dei lavori strutturali in alcuni casi necessari per ospitarle, e dei tempi di acquisto. “Chi sta fermo, in sanità in realtà arretra – commenta il Presidente della Regione – e, con questa vera e propria manovra virtuosa, la sanità veneta compie un consistente passo in avanti proprio nel settore delle alte tecnologie. Si tratta dei primi effetti dell’Azienda Zero, della Programmazione pluriennale, della visione globale in linea con la rete ospedaliera, delle gare centralizzate. Una strategia – aggiunge il Governatore – che attuiamo da anni, facendo contemporaneamente i salti mortali per far fronte ai tagli che piovono da Roma. Con un percorso che ci consentisse di poter gestire più autonomamente le nostre risorse, e che invece dobbiamo lasciare a Roma per alimentare sprechi a iosa, si potrebbe fare assai di più.”. “L’intera sanità mondiale, dall’Oms in giù – aggiunge il Governatore – indica un futuro con sempre meno letti, ricoveri sempre più brevi e interventi sempre meno invasivi e dolorosi. L’obbiettivo si raggiunge potenziando di anno in anno le grandi tecnologie. Il Veneto, ancora una volta, risponde: presente!”.
Le 25 Tac, con caratteristiche da 16, 64 e 128 strati, riguardano gli ospedali di Belluno, Bassano, Santorso, Arzignano, Vicenza (2 macchinari), Conegliano, Vittorio Veneto, SS Giovanni e Paolo di Venezia, Mirano, Cittadella, Camposampiero, S. Antonio di Padova, Trecenta, Rovigo ( 2 macchinari), San Bonifacio, Legnago, Azienda Ospedaliera di Padova (2 macchinari), Azienda Ospedaliera di Verona (23 macchinari), l’Istituto Oncologico Veneto (2 macchinari).
Le 8 Risonanze Magnetiche riguardano gli ospedali di Feltre, Santorso, Conegliano, San Bonifacio, e le Aziende ospedaliere di Padova (2 macchinari) e di Verona (2 macchinari.
I 9 Angiografi Digitali si collocano negli ospedali di Vicenza (2 macchinari), Portogruaro, Mirano, Rovigo, Legnago e nella Aziende Ospedaliere di Padova (2 macchinari) e di Verona.
Con la stessa delibera, la Giunta regionale ha dato anche il via libera alla fornitura di sistemi diagnostici per immunoistochimica all’Azienda Ospedaliera di Verona (circa un milione più iva); alla progettazione dell’appalto del servizio integrato di connettività ad alta velocità dell’Azienda Ospedaliera di Padova (780 mila euro più iva); alla gara per la fornitura triennale di sistemi completi di recupero sangue a basso e alto flusso dell’Azienda Ospedaliera di Verona (793 mila euro); alla sostituzione di un acceleratore lineare all’Ulss 2 Marca Trevigiana (un milione 959 mila euro iva esclusa); all’acquisizione di un mammografo digitale con tomosintesi all’Ulss 4 Veneto Orientale (205 mila euro).
SANITA’: OK GIUNTA VENETA A NUOVE TECNOLOGIE PER 30 MILIONI, ASSESSORE, “LA QUALITA’ DIFFUSA ANCHE DEI MACCHINARI RENDE UNICO IL SISTEMA VENETO”.
“Un piano di acquisizioni rilevantissimo in tempi di vacche magre e tagli nazionali, con il quale confermiamo una delle caratteristiche che rende unico il sistema sanitario veneto: l’eccellenza diffusa, anche tecnologica, su tutto il territorio e non solo nei grandi hub”. Con queste parole l’Assessore regionale alla Sanità, dà il senso della vasta manovra di investimenti in tecnologie sanitarie approvata dalla Giunta, con 30 milioni di investimenti per 47 diverse acquisizioni, soprattutto di Tac, Risonanze Magnetiche e Angiografi Digitali. “Non è stato e non sarà facile – aggiunge l’Assessore – mettere assieme una somma così ingente, ma ogni euro speso si tramuta in maggiori servizi diagnostici e anche interventistici, come nel caso degli angiografi digitali, con una crescita evidente di qualità”. “Vorrei far notare – conclude l’Assessore – che molti degli ospedali nei quali vanno le nuove tecnologie sono proprio quelli che, un giorno sì e un giorno no, vengono dati per morti o ridimensionati dal catastrofista di turno. Ecco i fatti in risposta alle chiacchiere”.
FELTRE ULSS COLON TAC
una nuova opportunità all’ospedale di Feltre FELTRE. Colonscopia virtuale: con la nuova TAC all’ospedale di Feltre (BL), riconosciuto quale centro di riferimento per la Regione del Veneto per la chirurgia oncologica gastrointestinale, è possibile effettuare anche questo tipo di esame.
La colonscopia virtuale è un esame radiologico con finalità esclusivamente diagnostiche che permette di studiare il colon tramite il ricorso alla tomografia computerizzata (TC) di ultima generazione. È una metodica affidabile che ha anche potenziali applicazioni nella valutazione diagnosi malattia diverticolare e diagnosi differenziale tra stenosi neoplastica e infiammatoria, e nelle patologie della pelvi. È un esame non invasivo, sicuro e ben tollerato dai pazienti, il cui utilizzo, tuttavia, è considerato complementare alla colonscopia tradizionale, che rappresenta, quindi, l’esame di riferimento per le problematiche del colon, in quanto all’atto diagnostico può unire quello operativo, consentendo la biopsia di un eventuale cancro o l’asportazione di un eventuale polipo. Pertanto, ancor prima di richiedere la colonscopia virtuale, è importante valutare in ogni caso la possibilità di sottoporsi alla colonscopia tradizionale.
«Non si deve dimenticare che la colon TC non riesce ad evidenziare immagini inferiori a 5 mm», spiega il direttore della UOC di Gastroenterologia di Feltre, Michele De Boni. Le principali indicazioni cliniche all’esame di colonscopia virtuale proposte in letteratura comprendono: colonscopia tradizionale incompleta; pazienti anziani o fragili (turbe cardiocircolatorie o della coagulazione);intolleranza alla colonscopia tradizionale; rifiuto del paziente all’esecuzione della colonscopia tradizionale; malattia diverticolare; screening del carcinoma colo-rettale nei soggetti asintomatici di età superiore a 50 anni.
Alla Radiologia dell’Ospedale di Feltre , grazie all’apparecchiatura TC multidetettore, si eroga questo tipo di prestazioni da diversi mesi, prevalentemente ai pazienti con colonscopia tradizionale incompleta per cause anatomiche (dolicocolon, aderenze post-chirurgiche) o meccaniche (stenosi), ai pazienti che presentano controindicazioni relative alla colonscopia tradizionale legate a situazioni cliniche complesse, per lo studio della malattia diverticolare ed in alcuni casi selezionati di rifiuto del paziente allo studio endoscopico classico. In ogni caso, le prestazioni vengono erogate a pazienti selezionati previo vaglio clinico-specialistico. Inoltre, non vi sono ancora dati sufficienti in letteratura per proporla come test di screening. Ricordiamo che il Veneto è stata una delle prime regioni in Italia a proporre lo screening del tumore al colon con colonscopia al secondo livello, atto che ha permesso la diagnosi precoci e cure mirate salvando migliaia di vite. In centro di riferimento per la chirurgia oncologica gastrointestinale, come quello di Feltre, la colon TC è un’utile opzione in più per offrire alle persone assistite cure sempre più personalizzate a attente ai bisogni della persona nella sua globalità, pur garantendo qualità diagnostica, di cura e di assistenza.
VOLTAGO MEDIEVALE
SABATO CON EMERGENCY
S P O R T S P O R T
CAMPIONATO DI CALCIO AGORDINO, L’AICS VUOLE LA RIPETIZIONE DELLA PARTITA TAIBON-CAPRILE, PER ERRORE TECNICO ARBITRALE. NON E’ CONCORDE CON L’IDEA IL COMITATO CALCIO AGORDINO. RITARDI NEL PRENDERE LA DECISIONE PREVISTA PER IERI MA POSTICIPATA AD OGGI…. OGGI SI DECIDE SE GIOCARE DOMANI O VENERDI O LASCIARE TUTTO COM’è, COME VORREBBE IL COMITATO CALCIO
GUARDA IL VIDEO DIFFUSO IERI
CALCIO FEMMINILE
CALCIO GIOVANILE
TRANSPELMO
Come già per i passato, anche quest’anno la Transpelmo, evento podistico che si svolgerà domenica 3 settembre sul collaudato tracciato attorno al Pelmo, con partenza a arrivo a Palafavera (Val di Zoldo – Belluno) proporrà due allenamenti collettivi per coloro che volessero provare il percorso in vista della gara. Si tratta di due uscite nelle quali i runner saranno accompagnati da atleti esperti che conoscono bene la zona nella quale si svolge la manifestazione del 3 settembre e che faranno il passo: il ritmo di percorrenza sarà leggero (corsa blanda su terreno con poca pendenza e in discesa, passo veloce su pendenza più elevata). In base alle adesioni si formerà eventualmente anche un gruppo per chi vorrà fare un allenamento a un ritmo più sostenuto.
L’uscita collettiva è completamente gratuita. Per parteciparvi basterà presentarsi al luogo di ritrovo, vale a dire Palafavera. Ogni partecipante sarà consapevole delle difficoltà del percorso e del proprio grado di allenamento ed sarà responsabile dei rischi a cui si espone e dovrà, inoltre, compiere l’uscita in autosufficienza e secondo le proprie capacità. La prima uscita è prevista per domenica prossima, 23 luglio. La seconda si svolgerà invece sabato 5 agosto. In entrambe le giornate la partenza è fissata per le 9. Per tutti i dettagli: www.transpelmo.com.
MONDIALI ANTIRAZZISTI
Positivo il bilancio della partecipazione della squadra Cadore Scs ai Mondiali antirazzisti di Modena. I giovani della neo formazione, composta da operatori, simpatizzanti e richiedenti asilo, hanno partecipato dal 6 all’8 luglio alla grande manifestazione organizzata dalla Uisp, Unione italiana sport per tutti. Si è rivelata vincente in tutti i sensi questa prima partecipazione da parte della Squadra Cadore Scs ai Mondiali antirazzisti che si sono svolti dal 6 all’8 luglio in località Castelfranco Emilia, in provincia di Modena. Un evento all’insegna dell’inclusione sociale organizzato dalla Uisp (Unione italiana sport per tutti), un’associazione di promozione sociale e sportiva che ha l’obiettivo di estendere il diritto allo sport a tutti i cittadini. La squadra cadorina era composta da operatori, simpatizzanti e in larga parte dai migranti ospitati nelle strutture di prima accoglienza gestite dalla Cooperativa nella parte alta della provincia di Belluno. Al di là del risultato sportivo, che è stato soddisfacente – dopo la vittoria del girone eliminatorio a punteggio pieno, grazie anche ad alcuni punti bonus ottenuti con le attività di presentazione del progetto – il vero successo è arrivato con la premiazione del team, fra oltre 170 squadre iscritte, come uno dei migliori dieci in campo, sia per il gioco realizzato che per il rispetto delle norme non scritte di sportività. La piccola realtà cadorina, con gli operatori Silvia Silvestri e Federico De Martin, ha infatti attirato numerose curiosità e complimenti. Non solo da parte degli organizzatori della Uisp nazionale, ma anche delle altre cooperative presenti sul campo, nonché del campione Damiano Tommasi, che rappresentava l’Associazione italiana calciatori. Graditi anche i gesti di fratellanza tra le squadre, come lo scambio di doni, tra cui le magliette raffiguranti il volto di Nelson Mandela, che la Squadra Cadore Scs ha ricevuto dalla Associazione internazionale Fare (Football Against Racism in Europe).
«Questi giorni intensi fatti di sudore, strette di mano, sorrisi, storie, nazionalità, lingue, amicizie hanno portato un insieme di novità per i richiedenti asilo che si sono potuti cimentare intensamente nella pratica sportiva», dicono dalla Cadore Scs. «Ai festeggiamenti finali hanno partecipato tutte le squadre perché a vincere, ai Mondiali antirazzisti, sono tutti quelli che riconoscono nello sport una delle armi migliori per combattere il razzismo sul campo».