***
«Benedico questa vostra scelta, e vi incoraggio ad andare avanti. Immagino che ci siano momenti di paura, di smarrimento, è normale. In questi momenti pensate al Signore Gesù che cammina al vostro fianco. Non siete sole, continuate a lottare».
Sono le parole, riportate da don Luigi Ciotti nella postfazione al libro “Libera. Storia di Anna” di Alessandra Ziniti, che papa Francesco rivolse, il 30 ottobre 2023, a un gruppo di donne con i loro figli, reduci da esperienze di allontanamento da contesti famigliari di tipo mafioso.
«Una nuova e indimenticabile tappa» – la definisce don Ciotti – del progetto “Liberi di scegliere” che punta ad agevolare minori e adulti che desiderano lasciare contestidi origine segnati dall’appartenenza mafiosa.
Come Presidio agordino di Libera “Lucia Precenzano e Salvatore Aversa” ci piace ricordarle oggi, quelle parole, per salutare con stima e gratitudine Jorge Mario Bergoglio, papa Francesco, morto lunedì.
Anche attraverso la costante testimonianza di don Ciotti, che tante volte ha citato Francesco nei suoi interventi pubblici, abbiamo sempre sentito il papa vicino a “Libera” e alle persone impegnate nel fare memoria delle vittime innocenti delle mafie e nel contribuire a costruire una società più giusta. Nei dodici anni di pontificato non ha mai mancato di dare sostegno a chi è più in difficoltà, agli “ultimi”, come oggi i giornali li hanno definiti. Lo ha fatto con i migranti, con i carcerati, con i poveri, con gli emarginati. Ha contribuito a portare all’attenzione generale la questione ambientale con l’enciclica “Laudato si’”, ha ricordato all’opinione pubblica l’esistenza di conflitti dimenticati, scuotendo le nostre coscienze.
Grazie, papa Francesco.