La protesta dei medici di FIMMG Veneto non è “contro” qualcuno, ma “per” tanti: per tutti i cittadini che si vedranno privare di fatto, e sempre di più, di un diritto fondamentale sancito dalla Costituzione, il diritto alla salute. Si apre una stagione d’incontri con i cittadini, con le associazioni dei pazienti, con i pensionati e soprattutto con i sindaci per spiegare la nostra preoccupazione e sperare così di ritrovare quell’ascolto e quell’attenzione che ha contribuito a fare eccellente la Sanità nella nostra Regione
LE RAGIONI DELLA PROTESTA
soprattutto un’associazione professionale che ha fatto della progettualità e dello sviluppo delle cure primarie nell’interesse dei veneti la propria missione, portando la Regione ad essere, nel campo della Medicina Generale, un esempio per tutto il Paese. “Purtroppo – spiega la Fimmg – da troppo tempo, questo rapporto si è incrinato. La medicina di famiglia non trova più l’attenzione dovuta nonostante la grave crisi che l’Assistenza Primaria sta vivendo, a causa della colpevole mancanza di programmazione regionale che ha ricadute inevitabili a livello delle singole aziende sanitarie. I rischi che si profilano all’orizzonte sono concreti: sempre più cittadini potrebbero restare senza medico di famiglia e già ora vengono meno due baluardi della medicina generale, il rapporto fiduciario e la prossimità. FIMMG Veneto non è rimasta zitta in questo lungo periodo: ha richiamato continuamente l’attenzione della Regione con proposte e progetti per affrontare il futuro, secondo le nuove e crescenti necessità d’assistenza di una popolazione dai bisogni complessi e che invecchia; documenti e proposte presentati a tutti i livelli, dirigenti, funzionari, V commissione del Consiglio regionale, Giunta regionale. A questo sforzo sono corrisposte solo strategie dilazionatorie e incontri che si sono rivelati tattiche per prendere tempo e non affrontare realmente le criticità. A partire dalla volontà di non rendere coerente un Accordo Integrativo regionale con il nuovo Accordo Collettivo Nazionale, esecutivo dal 28 aprile 2022; punto di partenza fondamentale per l’evoluzione organizzativa dell’Assistenza Primaria. Istituzioni regionali latitanti ma subito pronte a deliberare iniziative, su cui la parte medica è stata tenuta costantemente in
disparte, se non all’oscuro. La Regione, inoltre, sembra assecondare una drammatica diaspora dal servizio pubblico verso attività libero professionali o convenzionate, causata, anche in questo caso, da una colpevole mancata programmazione e dalla scarsa valorizzazione della professione medica. Drammatica poi la situazione della Continuità Assistenziale (Guardia Medica) dove vengono accorpate sedi – se non quando proprio chiuse – privando interi territori di assistenza notturna, prefestiva e festiva e utilizzando poi i fondi che avanzano non per potenziare “quello che resta”, ma per finanziare i contratti libero professionali nei pronto soccorso.