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IL MESE GENTILE
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Settembre sa come entrare nella valle e nella vita delle persone. Lo fa in modo lieve, appena accennato, gentile. Si presenta bussando alla porta dei paesi ormai vuoti di turisti e pieni di nuovi silenzi e refoli d’autunno che soffiano dolcemente all’ora del tramonto. Entra in punta di piedi, con discrezione, portando con sè colori tenui e consolando quelle giovani anime cariche di malinconia per le vacanze estive ormai sfumate. Il nono mese possiede la saggezza dell’autunno imminente, silenzi delicati e dolci nostalgie che arrivano puntuali insieme alla sera che ormai scende all’ora di cena. Il mese gentile porta un tempo nuovo carico d’azzurro e malinconie buone e quiete nei rari e uggiosi giorni di pioggia leggera. Settembre è mese dal carattere mite, mai irruento e quasi sempre incapace di alzare la voce. Non propone torrenti inquieti e venti che sferzano i fianchi delle valli, regala cieli tersi e a volte la prima neve che va ad imbiancare le cime più alte. I silenzi del mese gentile rievocano attimi mai scordati, momenti vissuti di fronte alla grande montagna che di lì a poco avrebbe iniziato ad indossare l’abito autunnale. Erano stati giorni di pomeriggi con poche parole e fuoco acceso all’imbrunire, di leggero mutare delle foglie dei faggi e della terra rivoltata dei campi di patate. Settembre lo senti nell’aria, lo trovi nei tagli di luce e nel vento mite, nei parcheggi vuoti e negli abiti della gente. Lo vivi nei nuovi silenzi della Strada Madre e nelle sere precoci, nel veleggiare lento delle nuvole e dei pensieri e nei rintocchi limpidi della campana. Settembre è nel cielo e nell’anima, nella terra e nel cuore che batte più forte durante quell’ammirare i monti che iniziano a spogliarsi dei colori dell’estate passata. Il mese gentile inizia al tempo dell’arrendersi del caldo estivo e termina quando i cervi urlano il loro desiderio d’amore, nel mezzo presenta una Luna importante, che rivela agli uomini il clima che vivranno durante la stagione dei colori e quella dei freddi silenzi. A settembre, le greggi scendono dai pascoli e prendono la strada che le conduce verso la pianura dove trascorreranno il lungo inverno, e lassù, la prima fredda ed effimera bianca coperta si stenderà su quei prati rasati d’alta quota. Montagne uomini e boschi a vivere una nuova e serena quiete mentre i larici iniziano ad indossare il loro abito più elegante e prezioso. Il mese gentile possiede la malinconia dell’estate fuggente e la gioia discreta dell’autunno entrante, e poi la saggezza delle stagioni che al loro terzo mese hanno dentro il vissuto dei boschi, degli uomini e delle montagne. Chiamami a settembre, ti offrirò quel tempo di estate sfumata e autunno imminente, il mio vivere semplice e il tepore del primo fuoco. Chiamami a settembre, ti offrirò il delicato silenzio della mia valle e poi un dolce suono di campana e l’ascolto. Chiamami a settembre, a quel tempo avrò chiesto al cielo di tingersi dell’azzurro dei tuoi occhi.
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