“la malattia più pericolosa per l’uomo: il potere”
TAIBON Ieri nella chiesa parrocchiale si è svolta la cerimonia per celebrare il 4 novembre, fine della Grande Guerra e Festa dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate. Significativa la presenza del Sindaco Silvia Tormen, dell’assessore alla cultura Tamara Costantini, di una rappresentanza degli Alpini, Vigili del Fuoco e di numerosi alunni delle scuole. Dopo la messa presieduta da Don Cesare Larese i giovani del Consiglio Comunale dei Ragazzi, hanno letto in chiesa le riflessione della vita di un soldato al fronte immedesimandosi nella tragedia. E’ seguita la deposizione della corona al Monumento dei Caduti
“La guerra – ha detto il sindaco Silvia Tormen . porta povertà, distruzione, morte e, quindi, dolore infinito. Ricordare i nostri Caduti significa proteggere il mondo che loro ci hanno lasciato, con tutti i diritti e le libertà frutto del loro sacrificio. Se ci accorgiamo di subire limitazioni delle nostre libertà, di non poter esprimere o fare ciò che sentiamo, pensiamo e desideriamo -purché si tratti di azioni rispettose delle regole e degli altri, ovviamente – allora allertiamoci, giacché le guerre non scoppiano all’improvviso, ma i loro semi si annidano nel cuore e nelle menti delle persone”.
Grazie per la collaborazione alla maestra Leila Zas Friz.
LETTERE DAL FRONTE
31 luglio 1915
Mammina cara,….ho piacere che tu ricevi tutta la mia posta. Avevo intenzione di fare un diario, ma se le lettere non vanno perdute sono il migliore diario. Le rileggeremo insieme se tornerò e ti dirò a voce quello che non posso scrivere. Cara mamma, qui in alta montagna le notti sono spaventose: dormiamo in umide grotte scavate a mano nella roccia con tanta fatica, avvolti in misere coperte piene di pidocchi che non ci lasciano riposare neanche per quel poco che ci è concesso rilassarsi. La paura che il vento forte ci porti via il tetto della baracca , è tanta, mentre noi soldati stanchi e preoccupati cerchiamo di dormire. In questa situazione infatti il nemico più insidioso è il freddo che ci fa ammalare e morire, più delle pallottole che sibilano, nella notte senza luna. Ci sentiamo in dovere di ringraziare tutti i soldati caduti, combattendo per la nostra libertà e i nostri diritti, in condizioni estreme e disumane.
Vorremmo dirvi un GRAZIE immenso dal profondo del nostro cuore. Nella speranza che le guerre non accadano più.