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DI ALESSIA DALL’O’
SAN GREGORIO NELLE ALPI Anche quest’anno il Natale divampa nella nostra provincia, tra luci scintillanti e piccole comunità che custodiscono la magia più autentica delle feste. Se da un lato i centri principali attraggono visitatori con animazioni, mercatini e spettacoli, è nelle stradine silenziose della pedemontana, quelle che salgono verso le frazioni più remote,che spesso si ritrova il cuore vero del Natale: quello fatto di vicinanza, creatività condivisa da una comunità che si riunisce in festa e tradizioni portate avanti da anni, spesso senza particolari riflettori. Un esempio arriva da Roncoi di San Gregorio, dove un radioascoltatore, Ivan Scotti, residente della frazione, ci ha segnalato un presepe decisamente fuori dall’ordinario. Le foto che ci ha inviato raccontano di un allestimento coloratissimo, costruito interamente con pon pon di lana, posizionato nella piazzetta del paese. Le statuine, vivaci e tondeggianti, non ripropongono la classica ambientazione della Betlemme pastorale, poichè qui i personaggi, dotati di racchette, sciano. Un presepe insolito, quasi surreale, dove i protagonisti solcano piste immaginarie, qualcuno scende con il bob, c’è persino il carabiniere-soccorritore che vigila che nessuno sfori i limiti di velocità. A dominare la scena, accanto alla sacra famiglia e al bambin Gesù, compaiono perfino i cerchi olimpici, spuntati anche sul cartello della frazione come simbolo di un’accoglienza calorosa verso i Giochi in arrivo sulle Dolomiti. Dietro questa originalissima installazione c’è un lavoro collettivo che merita di essere raccontato. «Vorrei mettere in risalto il grande lavoro fatto dalla signora Ketty Dal Piva» ci racconta Scotti. «Da settimane apre casa sua a una sorta di filò spontaneo che riunisce donne e nonne del paese: sono state loro a confezionare uno a uno i pon pon e a dar vita al Presepe olimpico. E’ una tradizione che ormai da tanti anni abbellisce il nostro paese e che merita di essere conosciuta, in particolare per il grande valore umano e di animazione che regala». La macchina organizzativa è partita a ottobre, coinvolgendo una decina di donne. Poi sono arrivati anche gli uomini: mariti, vicini, amici che hanno collaborato all’installazione e all’allestimento finale. Un lavoro di comunità, semplice e straordinario allo stesso tempo, che è diventato l’occasione per ritrovarsi, chiacchierare, ma anche creare qualcosa di unico. Il presepe rimarrà visibile per tutte le festività fino a metà gennaio. «Invitiamo tutti a fare una passeggiata fino alla nostra piazzetta» aggiungono le volontarie «e, se qualcuno lo desidera, a lasciare una piccola offerta nella cassettina: servirà ad autofinanziare l’animazione del prossimo anno». Così Roncoi, con il suo presepe che unisce sacro, gioco e spirito olimpico, ricorda a tutti che il Natale nasce soprattutto nei gesti condivisi e nelle piccole grandi storie che illuminano la provincia lontano dai riflettori.
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