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VAL DI ZOLDO «Eravamo consapevoli che la questione iure sanguinis non si sarebbe chiusa con la conversione in legge del decreto 36/2025», dichiara Camillo De Pellegrin, sindaco di Val di Zoldo. «Ora, se possibile, la situazione si fa ancora più grave per i Comuni». Secondo De Pellegrin, gli avvocati degli italo-discendenti stanno cercando di svuotare di efficacia la legge 74/2025 attraverso la via giudiziaria. «Una difesa così accanita e appassionata dei diritti degli italo-discendenti che quasi verrebbe da pensare vogliano proteggere la loro gallina dalle uova d’oro», afferma il sindaco. La preoccupazione principale è che, qualora la legge venisse dichiarata incostituzionale o applicabile solo ai nati dopo l’entrata in vigore del decreto, «si arriverebbe a concedere la cittadinanza a oltre 70 milioni di persone, con conseguenze devastanti per l’equilibrio del nostro Paese». Intanto, la corsa alla cittadinanza non accenna a fermarsi. «Gli avvocati continuano a promuovere cause, promettendo risultati certi e tempi rapidi. I Comuni, però, sono allo stremo: ricerche, certificati, trascrizioni in ritardo e ora anche il rischio di sanzioni da 100 euro al giorno per ogni pratica inevasa». Sui social, il dibattito si infiamma e non mancano attacchi personali contro gli amministratori locali. «È il momento che i sindaci alzino la voce – conclude De Pellegrin – perché qualcuno vuole far passare gli oriundi per una risorsa, ma il rischio è che diventino una pericolosa leva di potere».
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