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MILANO L’Università Bocconi ha reso oggi omaggio a uno dei più grandi protagonisti del capitalismo italiano del Novecento con il Leonardo Del Vecchio Tribute Event, durante il quale è stato ufficialmente intitolato a Del Vecchio l’edificio di Piazza Sraffa 13, nel cuore del campus milanese. Un gesto simbolico e concreto che celebra l’imprenditore visionario e la sua eredità sociale e culturale, proprio nel giorno in cui avrebbe compiuto 90 anni. La cerimonia, partecipata e carica di emozione, ha visto la presenza della famiglia Del Vecchio, del Rettore della Bocconi Francesco Billari, del Presidente dell’Università Andrea Sironi, oltre a personalità del mondo accademico, imprenditoriale e filantropico. Non è mancato il messaggio istituzionale del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha voluto sottolineare l’importanza di un modello di impresa fondato sul merito e sulla responsabilità sociale. L’evento ha rappresentato anche l’occasione per presentare i primi risultati dello storico accordo siglato nell’ottobre 2024 tra la Fondazione Leonardo Del Vecchio e l’Università Bocconi: la nascita del Leonardo Del Vecchio Students Award, un fondo permanente da 20 milioni di euro per sostenere studenti e studentesse capaci ma con risorse economiche limitate. Il fondo prevede borse di studio ed esoneri destinati a chi supera il test di ammissione, con l’obiettivo di rendere l’accesso all’università più equo e inclusivo. Un impegno fortemente voluto da Nicoletta Zampillo Del Vecchio, Presidente della Fondazione, che ha aperto la cerimonia ricordando il valore umano e sociale dell’eredità del marito: “Leonardo ci ha lasciato una responsabilità chiara: restituire alla società quanto abbiamo ricevuto. Educazione, sanità, inclusione sociale e ricerca sono le colonne su cui la Fondazione opera, con l’ambizione di generare cambiamenti sistemici e positivi. Questo progetto con Bocconi è solo l’inizio”. Il Rettore Billari ha evidenziato il profondo allineamento tra i valori dell’Università e quelli incarnati da Del Vecchio: “La sua storia ci ricorda che talento, impegno e fiducia in sé stessi possono superare ogni ostacolo. Intitolare a lui questo edificio è un invito per le future generazioni a credere nelle proprie capacità, indipendentemente dal punto di partenza”. Durante la mattinata si è tenuto anche un panel moderato dalla giornalista Maria Silvia Sacchi, sul ruolo della filantropia e delle fondazioni di famiglia, con interventi di personalità come Ferruccio De Bortoli, Silvio Garattini, Antonella Carù e Andrea Colli, autore di un intervento sul modello italiano di capitalismo rappresentato da Del Vecchio. Momento particolarmente toccante è stato l’intervento degli studenti beneficiari del fondo, testimoni diretti dell’impatto concreto della filantropia sulla formazione e sul futuro dei giovani. A chiudere la giornata, l’inaugurazione della mostra fotografica “Sguardi che cambiano il mondo. Storia di Leonardo Del Vecchio”, a cura di Maria Vittoria Baravelli, visitabile nel campus fino a ottobre 2025: un viaggio visivo nella vita di un uomo che ha saputo partire dal nulla e costruire un impero, restando sempre fedele al principio che campeggia oggi sulla targa del nuovo edificio: “Ero certo che tutto sarebbe dipeso da me e dal mio lavoro”. Un messaggio potente, rivolto a ogni studente che varcherà quella soglia, perché ogni talento – con gli strumenti giusti – possa cambiare il mondo.
LA LETTERA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SERGIO MATTARELLA
In occasione del novantesimo anniversario della nascita di Leonardo Del Vecchio desidero unirmi alla commemorazione di una delle più significative figure del panorama imprenditoriale italiano e internazionale contemporaneo. Espressione di un genio creativo, Del Vecchio ha coniugato originalità e dedizione nel suo unico e straordinario percorso di crescita personale e professionale che ha costituito un inestimabile contributo al progresso economico del Paese, imprimendo nella nostra storia industriale un esempio di ingegno e laboriosità per le giovani e future generazioni. Mi è grato rivolgere ai presenti a questo evento della Fondazione intitolata al suo nome il mio cordiale saluto, unitamente agli auguri per l’attività che intende svolgere per “restituire al Paese quanto di bene e di bello” ha donato.
Sergio Mattarella
LA LETTERA DI GIORGIO ARMANI
Come in tutti gli incontri fortunati, Leonardo ed io cisiamo trovati subito, al primo sguardo, affini nel carattere e nelle esperienze. Dopo i momenti duri della guerra e della ricostruzione, che abbiamo vissuto entrambi e mai dimenticato, non c’era nulla e bisognava ripartire da zero. Era uno scenario che offriva molte possibilità, e ciascuno a suo modo, le abbiamo colte, con una buona dose di coraggio. Avevamo grandi sogni, e li abbiamo realizzati. Leonardo era un uomo leale, solido, lungimirante. Era determinato, rispettoso del lavoro di tutti e ci accomunava il polso fermo, il senso del controllo, e poi un gruppo di validi collaboratori cui affidare il compito di gestire il futuro. Ma sapeva anche essere un uomo dolce, non un imprenditore tipico che mi ha permesso di affiancarlo nel corso degli anni. Mi diceva che li occhiali li sapeva produrre bene ma forse un designer li sapeva disegnare meglio. In questo gli ho riconosciuto grande umanità e grande fiducia. Sul piano personale, è sempre stato molto legato al suo lavoro e sincero nei rapporti, anche con il sottoscritto. La consapevolezza di inventare qualcosa che prima non c’era produce un’emozione difficile da tradurre in parole, ancor più se l’idea scaturisce da scambio continuo di energia umana. Con Leonardo, capimmo subito che gli occhiali, da semplici strumenti funzionali sarebbero diventati qualcosa di più, degli accessori moda indispensabili. E così è stato. Di lui ammiravo il modo diretto di comunicare, la concretezza, l’apertura sempre calcolata al nuovo e al rischio: ci somigliavamo molto. Abbiamo fatto impresa nello stesso modo: sognando, ma con i piedi ben piantati per terra, sempre guardando al mondo intorno a noi per anticiparne bisogni, puntando sulla diversificazione per parlare a tutti. Abbiamo lavorato sull’innovazione del settore, nella produzione come nella distribuzione, aprendoci senza pregiudizi verso mercati emergenti, e questo ci ha premiati. Mi sono permesso in qualche occasione di esprimere le mie idee nel settore dell’occhiali e dire che ritenevo ci fossero marchi conosciuti nel tempo che languivano un po’ e suggerì alcune acquisizioni. Uno degli incontri con Leonardo è stato in una vacanza in barca ai Caraibi. Eravamo tutti e due felici della situazione in cui ci trovavamo, che significava aver raggiunto un alto livello di indipendenza. Caro Leonardo, mi è molto spiaciuto quando mi è stato detto che avevi un problema fisico pesante ma, nonostante tutto, quando Nicoletta mi ha detto che portavi il nome Leonardo, come un vero Leone, ti ho riconosciuto.
Mi mancherai.
Giorgio
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