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PASSO GIAU
Allarme rosso in quota: non per frane o bufere, ma perché… non squilla il telefono. Dopo il silenzio tombale al Rifugio Falier, ormai muto da oltre un mese, tocca ora al Rifugio Fedare, che da dieci giorni non riceve nemmeno un trillo. Il telefono? Zitto. Il call center? “La sua segnalazione è stata registrata”. E poi? Poi il nulla, come l’eco che rimbalza tra le cime quando non c’è anima viva nei paraggi. Peccato però che il Fedare non sia un rifugio sperduto tra i picchi dell’Himalaya, ma affacciato sulla comodissima strada del Passo Giau. Eppure, chi vuole prenotare, disdire o anche solo dire “arrivo in ritardo”… resta in attesa. Per sempre. Pare che le linee telefoniche, lassù, abbiano preso le ferie. O forse meditano in silenzio, come i monaci tibetani. Intanto, i gestori raccolgono i segnali di fumo (ma solo se il vento è favorevole) e rispondono ai piccioni viaggiatori. La montagna c’è, i rifugi anche, ma la rete no. Il mistero resta: quanto ci vorrà ancora per far squillare un telefono in montagna? Forse un miracolo. O una buona connessione. O forse un po’ di buonsenso e la voglia di lavorare di dipendenti del call center e tecnici. Come sempre: associazioni a difesa dei consumatori latitanti…hanno altro a cui pensare, che vuoi, un rifugio in quota non porta certo visibilità mediatica e titoloni sui media
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