ROCCA PIETORE “L’altra sera, erano le 23.45 sono salito su a Caracoi Cimai, me la sono vista brutta, ho visto sassi rotolare e piante ondeggianti, giusto il tempo di arrivare a casa è si è alzato il vento, forte. Ieri mattina ho saputo che la strada era chiusa”. Inizia da qui il racconto di Moreno Pezzè, uno dei 14 di Caracoi Cimai la frazione che sovrasta l’abitato di Caprile di Alleghe ma amministrato da Rocca Pietore così come l’altra frazione Caracoi Agoin con un’unica residente. “Ieri mattina avrei dovuto andare in Luxottica a Cencenighe dove lavoro – spiega Moreno – ma scendere in paese è stato impossibile per la frana che ha sbarrato la strada. Fortuna che mia moglie ha casa a Masarè altrimenti era quassù bloccata anche lei con i figli”. Il legame di Moreno con la sua terra è forte, altrimenti non si spiega il “coraggio” di costruire una bella casa in cima alla montagna. “E’ casa mia, qui vive mia mamma, questo è il mio paese” risponde con sicurezza Moreno ed esce lo sfogo. “Qui dopo Vaia è stato fatto ben poco, alla prima vera emergenza post vaia, quella dell’altra sera, il pendio è di nuovo collassato, sassi e piante sono finite in strada, fortunatamente senza travolgere nessuno, ma quella strada in sicurezza non lo è. Lo si vedeva già dopo l’uragano dello scorso anno”. Non se la prende con nessuno in particolare, piuttosto Moreno chiede attenzione per quella strada che già il padre Marcello aveva più volte segnalato. “Si era proprio battuto – continua Moreno – ma da allora sono passati 30 anni e in questi 30 anni è stato fatto ben poco, i problemi ad ogni stagione ne sono la conferma. Mi chiedo quando inizierà a nevicare per davvero che cosa succederà, ora poi che Angelo non guida più i mezzi di sgombero neve, mica facile sostituire un uomo con così tanta esperienza”. Nonostante i disagi quotidiani del vivere in alta quota Moreno ha però anche un pensiero per chi a valle non ha ancora ripreso l’attività “Penso ai gestori del Sassobianco – dice Moreno- che sono ancora chiusi. Tra l’altro per noi è sempre stato un punto importante quando siamo stati evacuati per pericolo di valanghe. A parte questo spero possano riprendere preso a vivere una vita tranquilla nella normalità”. Alle amministrazioni ai vari livelli quello che Moreno chiede è soprattutto una strada transitabile in sicurezza, che possa garantire il collegamento con il fondovalle sempre “Anche perché – conclude Moreno – non posso saltare giornate di lavoro, anch’io ho un mutuo in banca. Capisco che Caracoi Cimai non ha il fascino dei Serrai di Sottoguda sotto la lente dell’attenzione dallo scorso novembre, ma è anche vero che nei Serrai non ci sono residenti, diversamente dalle frazioni, quindi ben vengano stanziamenti e offerte per il canyon ma non si dimentichi chi necessità di rimanere a presidio del territorio”.