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Meglio tornare un’altra volta… che non tornare affatto.
Nelle prossime ore è atteso un deciso abbassamento delle temperature, che, unito alle intense perturbazioni in arrivo, porterà la quota neve intorno ai 2.900–3.000 metri. Un calo termico significativo che potrebbe dare origine al pericoloso fenomeno del verglas: una sottile e invisibile pellicola di ghiaccio che ricopre le superfici rocciose, rendendo estremamente insidiosi pareti, cenge e sentieri.
Alla luce di queste condizioni, si raccomanda la massima prudenza, in particolare ad alpinisti e escursionisti impegnati in quota. Chi affronta lunghi trekking o percorsi d’alta montagna senza l’attrezzatura adeguata – come ramponi, abbigliamento tecnico e protezioni impermeabili – rischia di trovarsi in gravi difficoltà. Le condizioni “invernali”, infatti, possono compromettere anche l’operato delle squadre di soccorso.
⚠️ Rischi legati al maltempo in montagna
Nei giorni scorsi si sono moltiplicate le richieste di aiuto da parte di escursionisti sorpresi da piogge e temporali, spesso sottovalutati. I fulmini non sono l’unico pericolo. Ecco cosa può accadere in caso di maltempo:
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Terreni estremamente scivolosi: roccia bagnata, erba alta, foglie nel sottobosco, suolo fangoso.
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Smottamenti e frane che modificano i sentieri, causano cadute di piante e rendono inaccessibili interi tratti.
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Corsi d’acqua minori che si trasformano in torrenti impetuosi, rendendo impossibile il guado.
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Cascate istantanee su pareti rocciose, con pericolo di caduta sassi dall’alto.
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Segnali e ometti coperti o smossi sui ghiaioni, rendendo difficile l’orientamento.
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Nebbie improvvise che riducono drasticamente la visibilità.
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Ipotermia: l’esposizione prolungata alla pioggia e al freddo può compromettere la sicurezza anche a quote relativamente basse.
⛰️ La montagna va rispettata, sempre.
Invitiamo tutti a valutare con attenzione le previsioni, a rinunciare se necessario, e a programmare le uscite con buon senso, soprattutto in condizioni di instabilità meteorologica.