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Dolomiti – “Montagne vietate: motociclisti e passi dolomitici”. È questo il titolo della nuova inchiesta pubblicata sull’ultimo numero di In Moto (ottobre 2025), a firma di Giovanna Guiso, che affronta un tema quanto mai attuale: il futuro della viabilità sulle strade dolomitiche, messe a dura prova da un traffico sempre più selvaggio.
L’articolo dà voce a residenti esasperati, amministratori locali e motociclisti responsabili che si dissociano dagli eccessi. Tra questi, l’agordino Luca Pollazzon di Voltago, fondatore della pagina Facebook Mototuristi di Classe. (https://www.facebook.com/share/1BGfVJrqXV/), che invita a distinguere chi vive la moto con passione e rispetto dalle condotte pericolose che alimentano tensioni.
Nel reportage trova spazio anche la testimonianza della radio locale, con il direttore Mirko Mezzacasa, che parla di “incoscienza mascherata da libertà”, sottolineando come la mancanza di rispetto metta a rischio vite e convivenza civile.
Sul fronte istituzionale, il presidente della Provincia di Belluno Roberto Padrin dichiara: “Dobbiamo adottare misure adeguate per tutelare la sicurezza dei motociclisti sulle nostre strade”. Sulla stessa linea anche il vicepresidente della Provincia di Bolzano Daniel Alfraider, favorevole a regolamentazioni più incisive.
Dal mondo della montagna, la proposta di Carlo Zanella, presidente del CAI: chiudere i passi dolomitici dalle 10 alle 16, le ore di maggior traffico. Una misura drastica che potrebbe ridurre incidenti e garantire più vivibilità ai territori.
L’inchiesta approfondisce inoltre gli aspetti legati al Codice della strada, all’uso di autovelox e alle possibili soluzioni per gestire un fenomeno che non riguarda solo i motociclisti, ma la sostenibilità complessiva delle Dolomiti, patrimonio naturale unico e fragile.
Il dibattito è aperto: tra libertà individuale e sicurezza collettiva, il futuro dei passi dolomitici si gioca proprio sulla capacità di trovare un equilibrio.
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