Una settimana con la spada di Damocle sopra la testa, da 1000 euro di “peso”, notti insonni, perse a rovistare negli angoli di casa, di quella attuale e di quella in cui ha abitato prima perché di mezzo c’è anche un trasloco, alla ricerca di una vecchia ricevuta di pagamento. Ansia da ricerca nei pochi momenti liberi e tanta rabbia dettata da una certezza, di averle pagate quelle multe, al contrario di quanto contestato dal Comune di Selva di Cadore quattro anni dopo aver messo alla firma il verbale della sanzione. “Avrei preferito giocare una partita di serie A contro il Bolzano di una volta”, dichiara il portiere dell’Alleghe hockey e della nazionale, Diego Riva. Proprio lui è incorso in una storia di ordinaria burocrazia che lo ha costretto a fare il lavoro che forse dovrebbero fare altri che siedono in Municipio.
LA STORIA
Nell’Agosto del 2015 Diego aveva probabilmente fretta nel valicare Passo Staulanza, in dodici giorni, in piena stagione estiva è infatti riuscito a far scattare per ben due volte l’autovelox sul rettilineo oltre Santa Fosca verso il campeggio, la prima il 6 agosto, velocità contestata 83 chilometri dove vige il limite dei 70 orari, sanzione 132,30 euro la seconda multa dello stesso importo (velocità 89 km/h) il 18 agosto. I verbali arrivano a casa di Diego due mesi dopo, ad ottobre e il giorno dopo anche per non incorrere nel massimo della sanzione, la multa viene pagata con bonifico bancario. Pochi giorni fa ecco la minaccia comunale: “ultimo sollecito”, da pagare entro il 31 marzo oltre 700 euro tra sanzioni e interessi di mora maturati negli ultimi 4 anni. “Tra l’altro -dice Diego Riva – vorrei capire perché ultimo sollecito quando in quattro anni non mi è mai arrivata nessuna comunicazione dagli uffici di Selva di Cadore, quindi si tratta del primo sollecito non dell’ultimo”. Certo di aver pagato la multa Diego Riva sale a Selva di Cadore ed è la prima mattinata persa. Negli uffici ribadisce di aver pagato quanto contestato, che gli addetti controllino, ma questo non succede e non resta che buttare casa sotto sopra. “Se io non avessi pagato quella multa – dice Diego – oggi dovrei assumermi le mie responsabilià. E chi ha sbagliato in questo caso pagherà? Chi mi rifonde le notti perse a cercare tra scatole e cassetti? Chi mi ridà il tempo rubato a me, la mia famiglia e soprattutto mia figlia che non ho potuto portare a sciare perché dovevo trovare quello che c’era?”
L’EPILOGO
Infatti negli archivi della banca c’era, anzi c’erano due bonifici fatti in data 16 ottobre 2015, il giorno dopo l’arrivo a casa del verbale. Un bonifico quindi facilmente riscontrabile anche con un pc accedendo alla home banking che i dati li tiene a disposizione dell’utente per anni e dove una semplice ricerca per importo, per data, per nominativo, permette di raggiungere immediatamente l’obiettivo. I possessore di partita iva lo sanno bene, è il modo immediato per controllare pagamenti ed insoluti, ma loro devono rispondere a loro stessi e al cliente e non c’è niente di più spiacevole che richiedere un pagamento quando già è stato effettuato. “Per fortuna che sono riuscito a trovare quelle testimonianze del pagamento – conclude Diego Riva – altrimenti oggi ai 260 euro già pagati avrei dovuto aggiungere altri 700 euro. Auspico che questa spiacevole vicenda sia accaduta solo a me. Ora gli addetti all’ufficio a Selva di Cadore lo verranno a sapere dalla radio che quelle multe sono pagate, così potranno sincerarsi del bonifico, anche se non mancherò di perdere ancora tempo e portarne una copia per mettere definitivamente una pietra sopra ad una triste vicenda, speriamo almeno arrivino le scuse”.
LO SFOGO DI DIEGO RIVA AI MICROFONI DI RADIO PIU
IL SINDACO SILVIA CESTARO
DI RODOLFO PELLEGRINON, FALCADE già agente di Polizia