La burocrazia rappresenta un vero e proprio nemico invisibile che pesa ingiustamente sul sistema nazionale delle nostre Pmi, drenando almeno 80 miliardi di euro all’anno, di cui almeno 10 dovrebbero essere in capo alle imprese venete. È un fardello insopportabile che “schiaccia” soprattutto le microimprese, costrette a destreggiarsi tra moduli da compilare, documenti da produrre, timbri da apporre e file interminabili agli sportelli pubblici solo per ottenere una semplice informazione. Questi disagi tratteggiano quotidianamente la vita di tantissimi imprenditori e a denunciarli ci ha pensato l’Ufficio studi della CGIA.
Nonostante il Veneto possa contare su un sistema pubblico di buona qualità, la complessità delle norme e, spesso, l’impossibilità pratica di applicarle rappresentano un “dramma” insopportabile. Senza contare che i tempi medi per il rilascio di permessi e autorizzazioni da parte della nostra Pubblica Amministrazione (PA) restano tra i più elevati d’Europa; uno score da non andare particolarmente fieri e riconducibile, in particolare, a un livello di digitalizzazione dei servizi pubblici ancora troppo basso rispetto alle medie UE. Di conseguenza, a pagare il conto sono le aziende: che sottraggono tempo prezioso e risorse economiche fondamentali alla loro attività produttiva.
Sia chiaro: fare di tutta l’erba un fascio è sempre sbagliato. Nessuno, men che meno la CGIA, può disconoscere che anche la nostra PA presenta, in particolare nel Veneto, delle punte di eccellenza che ci sono invidiate in tutto il mondo; pensiamo alla sanità, alla ricerca, all’università e alla sicurezza.
E’ previsto un taglio di 30.700 norme
Sappiamo tutti che soluzioni miracolistiche non ce ne sono, tuttavia la semplificazione del quadro normativo sembra essere una delle operazioni più auspicabili da perseguire per alleggerire il peso della burocrazia normativa. E finalmente qualche segnale importante sta giungendo dall’azione politica della maggioranza. All’inizio dello scorso mese di aprile è stato approvato un disegno di legge del governo che prevede l’abrogazione di oltre 30.700 norme emanate tra il 1861 e il 1946. Una volta approvata definitivamente, questa misura ridurrà del 28 per cento lo stock delle norme vigenti. Speriamo che i tempi di approvazione siano ragionevolmente brevi.
In Ue siamo tra i peggiori
Anche dal confronto con gli altri Paesi, emerge che la nostra PA sconta dei differenziali di inefficienza molto preoccupanti. Secondo una recente indagine condotta dalla Banca Europea degli Investimenti (BEI), il 90 per cento delle imprese italiane ha dichiarato di avere del personale impiegato per adempiere agli obblighi normativi. Tra i paesi big dell’Unione, nessun altro ha registrato un risultato peggiore. Se in Francia il dato si è attestato all’87 per cento, in Germania è sceso all’ 84 e in Spagna all’ 82. La media UE, invece, si è stabilizzata all’86 per cento (vedi Graf. 1). Tuttavia, la cosa più preoccupante che emerge da questa indagine è riconducibile al fatto che in Italia il 24 per cento degli imprenditori intervistati ha dichiarato che impiegano oltre il 10 per cento del proprio personale per espletare tutte le formalità richieste dalla legge, dato che scende al 14 per cento sia in Francia sia in Spagna e all’11 per cento in Germania. La media UE, invece, è pari al 17 per cento.
Situazione drammatica tra gli Enti locali del Sud
Secondo la periodica indagine condotta nel 2024 dall’Università di Göteborg sulla qualità istituzionale delle Pubbliche Amministrazioni presenti nelle 210 regioni dell’Unione Europea, i risultati delle realtà territoriali italiane sono state molto modeste. La prima regione d’Italia è il Friuli Venezia Giulia che si colloca al 63 posto a livello europeo. Seguono la provincia Autonoma di Trento (81°), la Liguria (95°) e la Provincia Autonoma di Bolzano (96°). Il Veneto si posiziona al 130° posto. Al netto delle regioni a Statuto speciale che, in linea generale, possono beneficiare di tante risorse pubbliche, il Veneto si colloca nelle primissime posizioni. Male le regioni del Sud: Puglia al 195° posto, Calabria al 197°, il Molise al 207° e la Sicilia al 208° si collocano proprio in coda alla classifica generale (vedi Tab. 1 e Graf. 2). In UE, infine, la regione più efficiente è la finlandese Åland; maglia nera, invece, è la realtà bulgara di Severozapaden (vedi Tab. 2).
NOTE: l’European Quality of Government Index (EQI) – 2024
L’European Quality of Government Index (EQI) è il risultato di un’indagine sulla corruzione e la governance a livello regionale in Europa, condotta la prima volta nel 2010 e successivamente nel 2013, nel 2017, nel 2021 e nel 2024. Si tratta della più grande indagine per misurare la percezione del livello di qualità della pubblica amministrazione che, nel 2024, ha coinvolto 135 mila cittadini di cui oltre 13 mila in Italia.
L’indice finale sulla qualità istituzionale è frutto di un mix di quesiti posti ai cittadini che riguardano la qualità dei servizi pubblici, l’imparzialità con la quale questi vengono assegnati e la corruzione. Nello specifico i quesiti convergono su tre servizi pubblici che hanno valenza più “territoriale”: istruzione, sanità e pubblica sicurezza.
Le questioni poste ai cittadini europei per la costruzione dell’EQI 2024
TEMA QUALITA’
Come valuta la qualità dell’istruzione pubblica nella sua area
Come valuta la qualità del sistema sanitario nella sua area
Come valuta la qualità delle forze di polizia nella sua area
TEMA IMPARZIALITA’
Favoritismi ad alcuni nella pubblica istruzione (nella sua area)
Favoritismi ad alcuni nel sistema sanitario (nella sua area)
Favoritismi ad alcuni con le forze di polizia (nella sua area)
Tutti trattati ugualmente nella pubblica istruzione (nella sua area)
Tutti trattati ugualmente nel sistema sanitario (nella sua area)
Tutti trattati ugualmente dalle forze di polizia (nella sua area)
Le elezioni sono condotte liberamente (nella sua area)
TEMA CORRUZIONE
La corruzione è prevalente nella pubblica istruzione (nella sua area)
La corruzione è prevalente nel sistema sanitario (nella sua area)
La corruzione è prevalente tra le forze di polizia (nella sua area)
La popolazione nella mia area deve usare qualche forma di corruzione per ottenere alcuni servizi pubblici di base
La corruzione nella mia area è usata per aver accesso a particolari privilegi
Negli ultimi 12 mesi a lei o a qualcuno che vive nella sua famiglia è stato chiesto di pagare tangenti alla pubblica istruzione, al sistema sociosanitario, alle autorità di polizia, alle società di utilities (energia elettrica, gas, risorse idriche, raccolta rifiuti).
Negli ultimi 12 mesi lei o qualcuno che vive nella sua famiglia ha pagato tangenti o offerto doni a qualcuno di questi soggetti: alla pubblica istruzione, al sistema sociosanitario, alle autorità di polizia, alle società di utilities (energia elettrica, gas, risorse idriche, raccolta rifiuti).