POLIZIA POSTALE VERSO LA CHIUSURA
Il SAP scrive una lettera a Massaro per salvare dai tagli l’ufficio di via Vittorio Veneto
Belluno, 04 luglio 2017 – Nell’era dell’informatica è sempre a rischio chiusura la Polizia Postale di Belluno e il Sap (Sindacato Autonomo di Polizia) si appella al Sindaco Jacopo Massaro. Abbiamo inoltrato oggi (04.07) una lettera al neo rieletto Sindaco Massaro – fa sapere la Segreteria Provinciale del Sap bellunese – chiedendogli di “volersi adoperare con tutti gli strumenti possibili per ottenere che la Sezione della Polizia Postale e delle Telecomunicazioni con sede nella Sua città – ma che interessa tutto il territorio provinciale ed i cui costi di gestione e sussistenza, è bene ricordare, sono interamente sopportati da Poste Italiane – non sia oggetto di chiusura con conseguente perdita di servizi e sicurezza per tutti i Suoi concittadini”. Gli abbiamo chiesto – prosegue la nota del Sap – di “non mostrarsi ‘sordo’ rispetto a questo ingiusto progetto in primis verso i Suoi cittadini e di ottenere ‘giustizia’ verso questi, ottenendo – tramite l’attuale Ministro dell’Interno o l’attuale Capo della Polizia – che il presidio della Polizia Postale di Belluno continui ad esistere sul Suo territorio”. Si tratta dell’unico Ufficio esistente – tra tutte le Forze di Polizia della provincia – con le competenze tecniche ed i mezzi necessari per contrastare tutti i reati compiuti a mezzo di strumenti tecnologici e, cosa ancor più importante, titolato a svolgere tutte quelle attività di prevenzione e protezione della persona che è vittima di queste forme di criminalità. Tutte le nuove ed attuali forme di minaccia verso la persona – quali terrorismo, cyberbullismo, adescamento di minori e pedofilia, sex extortion, etc. etc. – vengono contrastate da questi specialisti; solo questi hanno le competenze tecniche e gli strumenti necessari a garantire al cittadino il suo inalienabile diritto alla sicurezza in tale ambito. I reati commessi per mezzo di strumenti tecnologici superano ormai da anni quelli tradizionali ed il trend è in continuo ed inesorabile aumento. Sono oltre 250 le denunce/querele presentate negli ultimi 2 anni presso gli Uffici della Polizia Postale di via Vittorio Veneto, il cui attuale organico è ridotto a 9 unità (13 nel 2010); quasi un centinaio le indagini sviluppate per truffe online; oltre 30 i fascicoli aperti per clonazione ed utilizzo indebito di carte di credito e bancomat; 25 gli incontri informativi con studenti ed associazioni varie. Ed inoltre, monitoraggio costante di ponti radio e frequenze dell’etere; vigilanza degli uffici postali; perquisizioni atte al recupero di telefoni cellulari rubati e sequestro di materiale informatico a seguito di indagini in collaborazione con altre Forze dell’Ordine, oltre al servizio quotidiano assicurato ai cittadini che chiedono direttamente informazioni su tentativi di truffa tramite rete mobile o fissa da parte di call center, blocco dei propri PC causa “phishing” o altro e consigli sul modus operandi nel web. E’ innegabile quindi che un’eventuale chiusura della Sezione di Polizia Postale di Belluno, via Vittorio Veneto, rappresenterebbe di fatto – per i bellunesi – la perdita di quel presidio divenuto negli anni il primario punto di riferimento per i cosiddetti “reati informatici”. Il progetto ministeriale “Nuova architettura della Polizia Postale e delle Telecomunicazioni” pare prevedere l’istituzione di una specifica e presumibilmente ridotta sezione all’interno della Squadra Mobile della Questura e al riguardo, per quanto concerne la nostra realtà locale, rimane tra l’altro da capire dove troverebbe materialmente collocazione considerato che non si è trovato spazio nemmeno per la Digos trasferitasi ora all’ex Caserma Tasso dopo lo sfratto da via Volontari della Libertà. Come Sap – fermamente contrari sin dall’inizio a questo assurdo progetto di taglio in danno dei cittadini – abbiamo tentato invano negli ultimi tre anni di far desistere i precedenti responsabili della sicurezza nazionale, ovvero il Ministro Alfano e il Capo della Polizia Prefetto Pansa, i quali però sono sempre rimasti sordi rispetto alle nostre denunce, accettando pertanto una sostanziale grave perdita in termini di sicurezza offerta dallo Stato alla popolazione. I protagonisti ora sono cambiati ma purtroppo il progetto sta proseguendo inesorabile e la mannaia sta per calare sulla Sezione di Polizia Postale di Belluno. Tra tutte le Forze dell’Ordine mancano oggi circa 45.000 unità di cui 18.000 nella sola Polizia di Stato. Questa è la vera motivazione per cui da inizio anno, a livello nazionale, sono già stati chiusi 35 Uffici di Polizia Stradale e Ferroviaria ed ora si intende tagliare altri 54 Uffici di Polizia Postale e delle Telecomunicazioni, di cui 4 (Belluno, Treviso, Vicenza e Rovigo) su 7 in Veneto, dove rimarrebbero aperte solo le Sezioni di Padova e Verona, oltre al Compartimento Regionale di Venezia. La sicurezza – conclude il Sap – è un bene che per essere salvaguardato non va solo promosso con slogan di facciata ma va sostenuto agendo direttamente sui territori e operando fisicamente negli stessi con professionalità ed il più possibile vicino alle vittime; da remoto, infatti, solo le infrastrutture critiche possono – forse – essere tutelate.
Ufficio Stampa Sap Belluno
LA LETTERA AL SINDACO DI BELLUNO
Gentilissimo Sindaco Massaro,
i tagli alle risorse per la sicurezza si stanno abbattendo anche sulla Sua città. Tra tutte le Forze dell’Ordine mancano oggi circa 45.000 unità di cui 18.000 nella sola Polizia di Stato. Questa è la vera motivazione per cui da inizio anno, a livello nazionale, sono già stati chiusi 35 Uffici di Polizia Stradale e Ferroviaria ed ora si intende tagliare altri 54 Uffici di Polizia Postale e delle Telecomunicazioni, di cui 4 (Belluno, Treviso, Vicenza e Rovigo) su 7 in Veneto, dove rimarrebbero aperte solo le Sezioni di Padova e Verona, oltre al Compartimento Regionale di Venezia.
Nel Suo territorio la Sezione Provinciale della Polizia Postale e delle Telecomunicazioni, di via Vittorio Veneto, potrebbe quindi essere presto chiusa. Si tratta dell’unico Ufficio esistente – tra tutte le Forze di Polizia della provincia – con le competenze tecniche ed i mezzi necessari per contrastare tutti i reati compiuti a mezzo di strumenti tecnologici e, cosa ancor più importante, titolato a svolgere tutte quelle attività di prevenzione e protezione della persona che è vittima di queste forme di criminalità.
Se Lei ben osserva, tutte le nuove ed attuali forme di minaccia verso la persona -quali terrorismo, cyberbullismo, adescamento di minori e pedofilia, sex extortion, etc. etc. -vengono contrastate da questi specialisti; solo questi hanno le competenze tecniche e gli strumenti necessari a garantire al cittadino il suo inalienabile diritto alla sicurezza in tale ambito.
I reati commessi per mezzo di strumenti tecnologici superano ormai da anni quelli tradizionali ed il trend è in continuo ed inesorabile aumento.
Sono oltre 250 le denunce/querele presentate negli ultimi 2 anni presso gli Uffici della Polizia Postale di via Vittorio Veneto, il cui attuale organico è ridotto a 9 unità (13 nel 2010); quasi un centinaio le indagini sviluppate per truffe online; oltre 30 i fascicoli aperti per clonazione ed utilizzo indebito di carte di credito e bancomat; 25 gli incontri informativi con studenti ed associazioni varie. Ed inoltre, monitoraggio costante di ponti radio e frequenze dell’etere; vigilanza degli uffici postali; perquisizioni atte al recupero di telefoni cellulari rubati e sequestro di materiale informatico a seguito di indagini in collaborazione con altre Forze dell’Ordine, oltre al servizio quotidiano assicurato ai cittadini che chiedono direttamente informazioni su tentativi di truffa tramite rete mobile o fissa da parte di call center, blocco dei propri PC causa “phishing” o altro e consigli sul modus operandi nel web.
E’ innegabile quindi che un’eventuale chiusura della Sezione di Polizia Postale di Belluno, via Vittorio Veneto, rappresenterebbe di fatto – per i bellunesi – la perdita di quel presidio divenuto negli anni il primario punto di riferimento per i cosiddetti “reati informatici”.
Il progetto ministeriale “Nuova architettura della Polizia Postale e delle Telecomunicazioni” pare prevedere l’istituzione di una specifica e presumibilmente ridotta sezione all’interno della Squadra Mobile della Questura e al riguardo, per quanto concerne la nostra realtà locale, rimane tra l’altro da capire dove troverebbe materialmente collocazione considerato che – come Lei ben sa – non vi è mai stato spazio nemmeno per la Digos trasferitasi ora all’ex Caserma Tasso dopo lo sfratto da via Volontari della Libertà.
Come Sap – fermamente contrari sin dall’inizio a questo assurdo progetto di taglio in danno dei cittadini – abbiamo tentato invano negli ultimi tre anni di far desistere i precedenti responsabili della sicurezza nazionale, ovvero il Ministro Alfano e il Capo della Polizia Prefetto Pansa, i quali però sono sempre rimasti sordi rispetto alle nostre denunce, accettando pertanto una sostanziale grave perdita in termini di sicurezza offerta dallo Stato alla popolazione.
I protagonisti ora sono cambiati ma purtroppo il progetto sta proseguendo inesorabile e la mannaia sta per calare sulla Sezione di Polizia Postale e delle Telecomunicazioni della Sua città.
Dal momento che tale disegno comporta di fatto l’azzeramento di servizi specializzati di prevenzione e repressione in favore di tutti i cittadini di cui Lei è stato recentemente confermato Primo amministratore, con questa missiva, Le chiediamo di volersi adoperare con tutti gli strumenti possibili per ottenere che la Sezione della Polizia Postale e delle Telecomunicazioni con sede nella Sua città – ma che interessa tutto il territorio provinciale ed i cui costi di gestione e sussistenza, è bene ricordare, sono interamente sopportati da Poste Italiane – non sia oggetto di chiusura con conseguente perdita di servizi e sicurezza per tutti i Suoi concittadini.
Riteniamo un nostro dovere etico, quello di informare le Istituzioni interessate e l’intera popolazione bellunese delle conseguenze sociali che i tagli lineari del Viminale comporteranno in loro danno.
La sicurezza è un bene che per essere salvaguardato non va solo promosso con slogan di facciata ma va sostenuto agendo direttamente sui territori e operando fisicamente negli stessi con professionalità ed il più possibile vicino alle vittime; da remoto, infatti, solo le infrastrutture critiche possono – forse – essere tutelate.
La buona politica a volte necessita di andare oltre gli schieramenti e pertanto, a prescindere dal contenitore politico nel quale Ella effettivamente si collochi, Le chiediamo di non mostrarsi “sordo” rispetto a questo ingiusto progetto in primis verso i Suoi cittadini e di ottenere “giustizia” verso questi, ottenendo – tramite l’attuale Ministro dell’Interno o l’attuale Capo della Polizia – che il presidio della Polizia Postale di Belluno continui ad esistere sul Suo territorio.
Rimanendo a Sua disposizione per qualunque ulteriore spiegazione su tale criticità reale che incombe sulla sicurezza della città, La ringraziamo anticipatamente per quanto Ella intenderà fare e se vorrà comunicarci eventuali riscontri.
Cordiali Saluti
La Segreteria Provinciale
POLIZIA POSTALE A RISCHIO CHIUSURA – PICCOLI: “IL TERRITORIO SI MOBILITI. PRESIDIO FONDAMENTALE PRONTA UNA INTERROGAZIONE: “SPERO VENGA CONTROFIRMATA DAI MIEI COLLEGHI”
“L’appello lanciato in queste ore dal Sap deve essere sostenuto trasversalmente da tutte le forze politiche bellunesi. La polizia postale di Belluno non può e non deve essere smantellata o depotenziata”. A dirlo è il senatore Giovanni Piccoli a seguito della lettera aperta scritta dal Sindacato Autonomo di Polizia al sindaco della città capoluogo Jacopo Massaro. “In questi ultimi anni le condizioni di lavoro delle forze dell’ordine sono progressivamente peggiorate con grave danno alla sicurezza collettiva. Così non può andare avanti”. “E’ ancora più paradossale che si metta mano alla Polizia Postale in un momento in cui i reati informatici stanno crescendo esponenzialmente e in tutti i settori, dalle truffe on line alla pedopornografia passando per la rete internazionale del terrorismo di matrice islamista, che abbiamo visto radicarsi anche nel Bellunese dal caso Mesinovic in poi”. Per questo Piccoli preannuncia una interrogazione al Viminale: “Dobbiamo scongiurare questa chiusura. Anche per questo chiedo a tutti i rappresentanti bellunesi di firmare la mia richiesta e di presentarne un’altra analoga alla Camera”, conclude Piccoli.
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