TAIBON Che ne è stato della strada che da Col di Pra sale a Pont, Pont de la Pita, Reane? Se lo chiedono in molti a Taibon e non solo. Con mezzi a motore chi è arrivato in valle ha dovuto arrendersi per la mancanza del ponte portato via dalla furia del torrente Bordina. Più su si va solo a piedi, ma non è impresa facile, lo conferma Alessandro Savio che è salito fino a Pont documentando con fotografie e parole la situazione
ALLUVIONE SULLA STRADA MILITARE DI “PONT” A TAIBON AGORDINO (BL)
A cura di Alessandro Savio
La Valle di San Lucano ha sicuramente cambiato aspetto dopo gli eventi alluvionali dell’autunno 2018, e purtroppo anche salendo a piedi la strada militare che da Col di Prà porta a Pont, si nota la forza della natura ed i disastri causati dal vento e dall’acqua. Il ponte sul torrente Bordina è stato spazzato via dall’acqua e le putrelle metalliche di sostegno piegate come fossero di burro, la strada ha subito dei notevoli danni alla carreggiata a causa di erosioni e di frane, ed è sommersa da decine di abeti sradicati dal vento. Nella località Pont il torrente Bordina è esondato asportando completamente la strada lasciando in evidenza lo strato di roccia sottostante e curiosamente ha portato alla luce dei blocchi squadrati di “MARMO NERO” abbandonati dalla attività estrattiva fiorente negli anni trenta del secolo scorso. In realtà lo sfruttamento di questa cava venne avviato ancora nel lontano 1910 da un certo ANTONIO MORETTI, con poca fortuna per la mancanza di una idonea accessibilità e di mezzi adeguati. Negli anni immediatamente precedenti alla seconda guerra mondiale venne riavviata la attività con l’installazione di un impianto di taglio provvisto di filo elicoidale funzionante ad energia elettrica e furono estratti numerosi blocchi di varie dimensioni trasportati in Agordo con carri trainati da cavalli e poi inviati alle lavorazioni tramite la ferrovia, altri blocchi furono abbandonati in loco e sul ciglio stradale in località Bries. L’attività estrattiva fu interrotta verso la fine degli anni “40 in quanto il cosiddetto “MARMO NERO” ( in realtà Calcare nodulare bituminoso degli strati di Livinallongo del Ladinico inferiore) aveva una elevata gelività, poco resistente per l’utilizzo esterno ed una rilevante difficoltà di estrazione e di trasporto. Un altro fatto interessante successo per gli effetti della alluvione, si può notare lungo il sentiero (scorciatoia della strada di Pont)in località “LA BUSNA”. La località prende il nome da un anfratto nella roccia dal quale proviene un rumore sordo accompagnato da una corrente di aria sotterranea fredda anche nei periodi estivi. La corrente d’aria è provocata da un giro di cunicoli del macereto di frana appoggiato sul versante. Nella immediata vicinanza sulla parete di un grande masso erratico è stata posta ancora in tempi antichi una immaginetta della Madonna, segno di devozione popolare forse proprio per indicare il mistero della corrente di aria fredda , dove il divino sembra mescolarsi con il terreno, ebbene, un grosso abete è stato divelto dalla forza del vento facendolo cadere a qualche centimetro dalla edicola sacra , sfiorandola senza arrecare alcun danno alla immagine della Madonna
Forse sono dei segni premonitori per l’Uomo di invito a rispettare l’ambiente e la natura ?
Notizie storiche sulla cava di Pont tratte dalla pubblicazione di G.Fontanive- Periti Minerari Illustri-1997
LOCALITA’ PONT
BLOCCHI DI MARMO NERO
BLOCCHI MARMO NERO
MADONNA IN LOCALITA’ LA BUSNA