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DI ROBERTO BONA
Proprio interessante la “rilettura” del libro “Ponte nelle Alpi: storie immagini territorio” che l’Amministrazione comunale e la Biblioteca civica pontalpina hanno realizzato (maggio 1999) con la tipografia Nero su bianco snc di Belluno, impreziosendolo con una serie di piacevoli immagini in bianco e nero di Vito Vecellio. Il libro (oltre 150 pagine) ha comportato l’apprezzato impegno del gruppo di lavoro e ricerche composto da: Vania Bortot (elaborazione e stesura dei testi), Antonella Michielin (incaricata della segreteria), Agostino Sacchet, Augusto Modolo, Leandra Viel, Liana Stragà, Marilena Viel, Morena Pavei, nonché dell’allora assessore e poi sindaco Paolo Vendramini. Nel breve saluto per conto del Comune proprio Vendramini evidenziava come “Il futuro non può essere costruito senza i valori e gli insegnamenti del passato, senza tenere nella giusta considerazione il trascorso di una comunità, come quella pontalpina, che si è sempre distinta nel tempo per generosità, solidarietà e operosità”. In presentazione Vania Bortot, ricordato che “i nostri paesi hanno conosciuto una forte migrazione tanto verso alcuni paesi europei (Germania, Francia, Svizzera, Belgio), quanto verso le Americhe, fenomeno documentato e ricordato dagli anziani come unica possibilità di fuga da povertà e miseria largamente diffuso nelle nostre zone” specificava poi che “Nel corso del lavoro ho rilevato l’assenza delle loro esperienze, che pure potrebbero costituire una testimonianza da considerare ed approfondire. Ancora oggi esistono numerosi casi di migrazione temporanea, che interessa in particolar modo i gelatieri…”. In questa occasione proponiamo le ultime splendide immagini in bianco e nero di Vito Vecellio (in qualche caso sono riproduzioni parziali – ndr.): si parte da Vich con una panoramica, seguono particolari di Losego e Cadola che precedono la foto del castello Bortoluzzi di Ponte nelle Alpi con in primo piano un bel cancello. C’è quindi un’originale indicazione della vecchia stazione di Cadola, e poi una veduta di sopra Roncan, e due, con neve, di Losego per concludere con un viale ancora di Losego. Va anche detto che le fotografie sono a corredo delle stringate spiegazioni di giochi: “Gingiot” (conta), “Caregheta d’oro”, “Secio secelo”, “Pié piedin”, “Boet”, “Mort”, “Saset”, ”Britole”, “Steca”, “Stanga”, “La bella lavanderina”, “Girotondo”, “Campanon, “Pagarosto”, quello pasquale della “Palanca”. Quindi di proverbi: “Ora tria ora nia”, “Al matez al va an corez”, “Quando al Serva l’à al capel piova in Campedel”, “Voia o no voia, Pasqua co la foia”, “Quan che al sol al tramonta, al poltron al s’en fronta”, “A San Valentin se iaza al molin”, Piova d’Alpago no la pasa al lago”, Piova dal Visentin la casca su Quantin”, Gobba levante, luna calante; gobba a ponente, luna crescente”,”La piova par Sant’Ana l’è na vera mana”, “A San Fortunaz al sorch al à al penaz”, “Se piove a l’Asenza par 40 di se pensa”, “Se al tona la matina ciò al sac e va a farina; se al tona a la sera pica la calgera”, “Se al Dolada al à la fasa, bel temp al te asa”, “San Paolo ciaro e la Zeriola scura: o l’un o l’altro poc i dura”,”Se l’è al sol su le Palme, piove sui ovi”, “Sotto la neve pane, sotto la pioggia fame”,”Chi no se contenta de l’onesto, perde al manego e anca al zesto”, “Quando al gat se neta drio le rece, piova a sece”, “Quando al Serva l’a la zintura, piova sicura”, “A Nadal an pas de ‘n gal”, “A San Biasi doi ore squasi”, “A San Piero al sorch al toca la panza del puliero”, “”Se no te se mort te la cuna, ogni dì te ghen impara una”, “Pita vecia fa bon brodo, ma la carne resta dura”, San Nicolò benedet, se to mare no ghen met al piato resta net”.
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