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BELLUNO Con Adriano Musolino, funzionario sindacale della CGIL di Belluno, il 2025 è stato un anno di attenzione costante ai servizi e ai disservizi che attraversano il territorio, da Agordo ad Alleghe. Un lavoro di denuncia e confronto che si chiude simbolicamente con l’intervista curata da Mirko Mezzacasa, dedicata a una criticità che sta creando forti disagi: il mancato recapito della posta in alcuni Comuni dell’Agordino.
Alla domanda sul perché molti cittadini non ricevano la corrispondenza, Musolino è netto: «C’è una zona di recapito ferma dal 5 novembre che interessa Cencenighe Agordino, Vallada Agordina e Canale d’Agordo». Il motivo è semplice e, allo stesso tempo, grave: «La postina è mancata e non è stata sostituita, così la posta resta ammassata negli uffici».
Una situazione che, secondo il sindacalista, non è passata sotto silenzio. «Assolutamente no – chiarisce – come sindacalista l’ho detto e ridetto da un mese. Ma si dà sempre priorità ai pacchi». Musolino spiega di aver coinvolto anche le istituzioni locali: «Ho informato i sindaci dei Comuni interessati, chiedendo un’azione comune, ma finora non sono stati molto ricettivi».
Il risultato è un blocco totale della corrispondenza: «La posta è ferma: lettere, bollette, tutto lì. Ora si aggiungono anche gli ecocalendari Valpe, peraltro etichettati a Padova in modo non corretto, con ulteriori disagi e ritardi». I pacchi, in particolare quelli di Amazon, continuano invece a essere distribuiti: «Hanno la priorità, ma anche in questo caso le difficoltà non mancano». Respinta con decisione l’ipotesi dei semplici picchi di lavoro: «È un anno e mezzo che segnaliamo carenze mese per mese, altro che picchi di volume. Nessuna giustificazione è accettabile: il problema è strutturale».
Dalle parole di Musolino emerge un quadro chiaro di criticità cronica, dove la mancanza di personale e la scelta di privilegiare la logistica dei pacchi stanno compromettendo un servizio pubblico essenziale. Senza interventi strutturali e senza un’assunzione di responsabilità condivisa tra azienda e istituzioni, il rischio è che la normalità diventi l’eccezione e che intere comunità restino, ancora a lungo, senza posta.
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