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TESTO William Da Roit
MUSICA Alvise Bortolini… è la radio
AUDIO
TESTO, WILLIAM DA ROIT
Mi piace svegliarmi al mattino, quando il silenzio è ancora il rumore più forte della mia città, e uscire per strada con il mondo che si è appena svegliato, che non parte, ma tra poco partirà. Siamo le leggende. Le leggende fioriscono dove i fatti scarseggiano, è così per il selvaggio West e forse sarà così anche per le radio private. I miti durano finché ci sono persone disposte a credere in loro. Le radio libere sono nate 50 anni fa, da un processo anarchico, come direbbe Giovanni, sociologo, ma in pratica sono nate dalla voglia di ascoltare musica diversa da quella che trasmetteva la radio di Stato.
Il cambiamento è stata la costante in questi anni. All’inizio erano poche frequenze poco amplificate, ma col tempo si sono arricchite di potenza, musica e contenuti. Per la prima volta i privati si affiancavano al monopolio statale. Poi arrivò la selezione naturale, simile al processo darwiniano: le più adattabili sono sopravvissute. Ma nel 2050, che ne sarà dei speaker e dei DJ, se gli intelligenti artificiali sono in grado di superare le prestazioni degli uomini? Cosa resterà delle radio libere, se gli algoritmi possono programmare le playlist?
Forse, ma le macchine non diventeranno mai buoni artisti. Ci saranno sempre uno speaker e un DJ più bravi a catturare le nostre emozioni. E se accadrà, sarà come a “Dall’Amo”: pochi contro molti, e le radio libere avranno sempre la gente dalla loro parte. Perché quando la realtà incontra le leggende, c’è sempre la leggenda. Mi ero chiesto come te, se riuscirai a resistere, come il generale Santana, pronto a suonare in battaglia senza fare prigionieri. Se la mattina ti svegli e senti la musica, vuol dire che sei vivo.
La radio di Alvise Bortolini
A me piace svegliarmi al mattino, quando ancora il silenzio è il rumore più forte della mia città, ed uscire per strada col mondo che si è appena svegliato, e non parte, ma fra un pò partirà.
E incrociare di fretta qualcuno, magari un amico che saluta e va via.
Poi salire alla Radio con un ultimo sguardo ad un cielo dipinto di blu.E’ la RADIO la mia voce, la casa, il mio tempo non mi vedi, non ti vedo, ma sento di più. E’ la RADIO che leggera mi porta lontano, c’è un domani già stasera nel volo con te.