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BELLUNO Sanità e lavoro sono i problemi più sentiti dalla popolazione della provincia di Belluno. A dirlo non sono opinioni isolate, ma i risultati di un sondaggio promosso da Uil Veneto e analizzato dal Centro studi CSSE, presentati oggi durante il convegno “Dal sondaggio alle proposte – Analisi dei bisogni dei veneti” ospitato nella sala Bianchi “Eliseo Dal Pont”. L’iniziativa, che ha coinvolto quasi 17mila cittadini veneti, ha raccolto dati per provincia, età e genere su una serie di tematiche cruciali: ambiente, casa, istruzione, lavoro, sanità, sicurezza e trasporti. A Belluno hanno partecipato 1.883 persone: il 52,2% donne, il 47,4% uomini e in prevalenza di età compresa tra i 40 e i 59 anni (45,2%). Il problema più urgente per i bellunesi è emerso con chiarezza: il 29,2% ha indicato la sanità come la principale preoccupazione. Un disagio alimentato soprattutto dalla difficoltà di contatto con i medici di base, che spesso non riescono a rispondere in modo tempestivo e che non riescono a fungere da filtro verso la sanità pubblica, spingendo i pazienti verso il privato o verso i Pronto Soccorso, sovraccaricati anche dai cosiddetti “codici bianchi”. Il problema è acuito dalla carenza di medici nelle zone montane, dove il territorio rende ancor più complesso garantire un’assistenza capillare. Altro aspetto critico è quello delle case di riposo, sempre più inaccessibili per i costi in crescita: nel 2025 la retta media con impegnativa è salita a quasi 2.000 euro al mese, con un aumento significativo rispetto agli anni precedenti. Subito dopo la sanità, i bellunesi segnalano il lavoro (28,3%) come tema prioritario. Durante le interviste sono emersi problemi di precarietà, salari inadeguati e difficoltà a ottenere contratti stabili. Solo 1 assunzione su 10 in Veneto è a tempo indeterminato, ha ricordato il segretario generale della Uil Veneto, Roberto Toigo, lanciando un appello per riflettere su un mercato del lavoro che penalizza soprattutto i più giovani. Toigo ha sottolineato come il sondaggio sia stato frutto di un ascolto diffuso: “Abbiamo incontrato le persone nelle piazze, per strada, nei luoghi di lavoro. Da questo ascolto nasce la forza per agire concretamente su temi su cui possiamo davvero incidere, come sanità e scuola”. Sul palco del convegno anche Sonia Bridda, coordinatrice Uil Veneto Belluno, che ha posto l’accento sulla mobilità come ulteriore ostacolo per i giovani, specie in un contesto montano dove il trasporto pubblico è carente. “È indispensabile investire nel potenziamento della mobilità – ha detto – così come nella sicurezza sui mezzi, nelle scuole e nella vita quotidiana”. Bridda ha anche ribadito la necessità di un patto tra imprese, pubblica amministrazione e sindacato per rilanciare contratti stabili, tutelare salari e promuovere la formazione professionale. “Per Belluno, fare squadra è l’imperativo: il dialogo tra gli attori del territorio è fondamentale per trasformare le difficoltà in opportunità”, ha concluso. Sanità e lavoro si confermano temi centrali anche analizzando i dati per fasce d’età: gli under 18 lamentano soprattutto problemi di trasporti (37,5%), i giovani adulti (18-39 anni) e la fascia 40-59 anni indicano il lavoro come priorità, mentre per gli over 60 è la sanità a dominare (56,1%). Infine, tra i temi più segnalati anche quello della sicurezza e in particolare del bullismo (10,8%), fenomeno in aumento che preoccupa famiglie e istituzioni. Toigo ha annunciato l’attivazione di uno sportello virtuale di ascolto contro il bullismo, partito da Belluno e Treviso, accessibile via mail all’indirizzo [email protected]. “I ragazzi devono sapere che non sono soli. Il nostro sportello è uno spazio sicuro e gratuito, dove trovare ascolto e supporto qualificato”, ha spiegato. Il convegno ha restituito un’immagine nitida dei bisogni della comunità bellunese, offrendo al contempo spunti concreti su cui costruire risposte politiche, sindacali e istituzionali adeguate.
IL SERVIZIO DI MARINA DONA’
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