**
SEDICO
di Mirko Mezzacasa
Triste primato nel cuore del Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi, lungo quel rettilineo maledetto che costeggia la caserma dei Carabinieri Forestali. Ancora una volta, un cervo è stato travolto. Ancora una volta, un’auto ammaccata, un automobilista sotto shock e la solita trafila tra assicurazioni e perizie. Ma dietro l’ennesimo incidente si nasconde molto di più: una convivenza sempre più difficile tra uomo e natura, e una gestione che continua a rispondere con palliativi a un problema ormai cronico. Cartelli segnaletici, siepi improvvisate, qualche lampeggiante qua e là: soluzioni di facciata che non fermano la scia di sangue sulla strada. Gli animali attraversano, come sempre, guidati dall’istinto e dalla fame. Le auto corrono, spesso oltre il limite, e ogni volta la scena si ripete uguale: un tonfo, il buio, un corpo sull’asfalto. Il Parco delle Dolomiti Bellunesi, patrimonio naturale di straordinario valore, si trova a convivere con un numero crescente di incidenti che raccontano una verità scomoda: la fauna è prigioniera di un territorio frammentato, tagliato da strade, cemento e indifferenza. Finché si continuerà a considerare questi episodi come “inevitabili”, finché si risponderà con una cartellonistica d’obbligo e non con una pianificazione seria di barriere, corridoi faunistici e limiti di velocità realmente controllati, i cervi continueranno a morire. E con loro, lentamente, anche l’idea stessa di un Parco che dovrebbe essere simbolo di tutela, e non teatro di collisioni mortali.
IERI ALLA RADIO
SEDICO – DUE CERVI INVESTITI IN 24 ORE, STRAGE DI UNGULATI LUNGO IL RETTILINEO DI CANDATEN