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DI ALESSIA DALL’O’
BELLUNO Servizi Integrati Bellunesi mette nero su bianco la rotta dei prossimi anni. Il 23 dicembre presso la sala conferenze di Villa Carpenada di Belluno, il consiglio di amministrazione ha dato il via libera al Piano industriale 2026-2028 e al bilancio previsionale 2026, tracciando una strategia che punta a rafforzare ulteriormente il presidio sul servizio idrico integrato e ad ampliare il perimetro di azione nel comparto energetico provinciale. Alla seduta hanno partecipato, oltre al Cda, il Collegio sindacale e la direzione aziendale. La società, operativa dal 1° gennaio 2025 e nata dall’integrazione tra Bim Gsp e Bim Infrastrutture, si presenta oggi con una struttura profondamente rinnovata. A illustrare il quadro complessivo del triennio è stato il presidente Attilio Sommavilla, insieme ai consiglieri Lara Stefani e Andrea Menin, al direttore generale Fabio Gasperin e ai componenti del Collegio sindacale.
Durante l’incontro è stato presentato anche il preconsuntivo 2025, che restituisce un’immagine di crescita sotto il profilo economico-finanziario. I ricavi attesi a fine anno si attestano a 41 milioni di euro, in aumento di 6,1 milioni rispetto al 2024, mentre i costi sono stimati in 34,6 milioni. Il margine operativo lordo dovrebbe raggiungere i 6,6 milioni di euro, con un utile netto previsto pari a 1,4 milioni. La posizione finanziaria netta, positiva grazie alla fusione, è stimata in 23,1 milioni di euro, a fronte di un patrimonio complessivo che tocca i 112 milioni. Numeri che, secondo Sommavilla, confermano la solidità della società e la sua capacità di posizionarsi con credibilità sul mercato finanziario. Particolarmente significativo il capitolo investimenti: entro la fine del 2025 Sib prevede di arrivare a 28,3 milioni di euro tra nuove opere e manutenzioni, un livello mai raggiunto in precedenza. Parallelamente è in atto una profonda riorganizzazione interna, con il passaggio da 177 a 250 dipendenti, molti dei quali giovani, che consente oggi non solo di gestire l’ordinario ma anche di pianificare interventi di medio-lungo periodo. Sul fronte operativo, un ruolo centrale è giocato dai progetti finanziati con fondi PNRR. Il più rilevante, da 25,6 milioni di euro, riguarda la distrettualizzazione e la digitalizzazione di oltre 1.600 chilometri di rete idrica, con l’obiettivo di ridurre progressivamente le perdite. Sono già stati completati il potenziamento del depuratore di Marisiga, a Belluno, e il centro unico di trattamento e disidratazione dei fanghi a Longarone, dove la nuova linea è già entrata in funzione. Accanto ai cantieri PNRR proseguono numerosi interventi diffusi sul territorio: dalla nuova rete fognaria a Dussano e Callibago di Santa Giustina alla sostituzione dell’acquedotto a La Costa di Falcade, dalla realizzazione del serbatoio di Cadelverzo a Cortina al collettore fognario Sottoguda-Caprile tra Alleghe e Rocca Pietore. Per quanto riguarda il settore energetico, Sib intende rafforzare la propria struttura interna e valutare iniziative per incrementare la produzione da fonti rinnovabili, cogliendo le opportunità offerte dall’evoluzione normativa e dal mercato. Nel triennio 2026-2028 gli investimenti previsti per il servizio idrico integrato ammontano a 109 milioni di euro, ai quali si aggiungono circa 6 milioni destinati alla ricostruzione post Vaia e ad altri ambiti di intervento. Un piano che, nelle intenzioni dei vertici, punta a consolidare Sib come attore strategico per lo sviluppo del territorio e come possibile riferimento anche nel settore energetico. L’approvazione è arrivata a maggioranza, ma non sono mancati spunti di confronto. Andrea De Bortoli, in rappresentanza del Comune di Arsiè, si è astenuto, motivando la scelta con alcune contraddizioni riscontrate nella relazione e nel piano industriale. Il sindaco di Sedico ha invece espresso voto favorevole, chiedendo però un maggiore coinvolgimento del comitato di coordinamento e un rafforzamento della collaborazione istituzionale. Nel corso della presentazione, Sommavilla ha più volte sottolineato come i risultati conseguiti e la programmazione futura siano il frutto di un lavoro collegiale del consiglio di amministrazione, rimarcando il ruolo condiviso dei vertici nella costruzione del percorso di crescita. Un accento che, negli ambienti istituzionali, viene letto anche alla luce delle indiscrezioni su un possibile avvicendamento ai vertici legato alle dinamiche dello spoil system e ai nuovi equilibri politici. Ipotesi che, al momento, restano tali e che non trovano conferme ufficiali, anche considerando che il rinnovo del Cda è previsto nel 2026.
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