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Se.Am. Srl interviene con una lunga nota per chiarire il proprio punto di vista sulla vicenda che ha coinvolto una dipendente, Lisa, e le polemiche scaturite attorno alla concessione dello smart working. L’azienda respinge l’idea di essere stata costretta a concedere il lavoro da remoto, sottolineando di averlo accordato a Lisa sin da subito, su base volontaria e in alternativa alla maternità anticipata, in seguito a indicazioni mediche. Il lavoro agile è stato autorizzato per tutta l’estate 2024, ma sempre con la consapevolezza che si trattasse di una misura temporanea, legata a una fase eccezionale. Secondo Se.Am., la lavoratrice ha poi avanzato la richiesta di prolungare lo smart working per altri 12 mesi, senza tener conto delle necessità operative dell’azienda, impegnata nei preparativi per i Giochi Olimpici Invernali di Cortina. La dipendente, “addetta alle pubbliche relazioni e press relations”, ricopre un ruolo ritenuto strategico e operativo, impossibile da svolgere a distanza. L’azienda respinge ogni accusa di discriminazione o mancata collaborazione, ribadendo l’equità delle proprie scelte verso tutti i lavoratori e la disponibilità sempre dimostrata in casi di necessità. “Lisa non deve scegliere tra lavoro e figli – conclude Se.Am. – ma decidere come usare gli strumenti normativi a disposizione, lasciando all’azienda la possibilità di organizzarsi per affrontare le sfide future.”
IL COMUNICATO INTEGRALE
E’ con grande stupore e rammarico che Se.Am. ha appreso la versione parziale e maliziosa offerta dalla propria dipendente, a cui aveva riservato proprio in ragione della maternità, una particolare attenzione, consentendole di lavorare in smart working, unica tra tutti i dipendenti, in alternativa alla maternità anticipata. Se.Am. Srl è da sempre attenta ai propri collaboratori e alle loro esigenze familiari e personali, tanto che in più occasioni ha concesso ai dipendenti di lavorare da remoto, ogni qual volta sono state rappresentate particolari esigenze, come assistere un proprio familiare ovvero l’impossibilità temporanea di recarsi quotidianamente al lavoro. Tutto è sempre stato gestito in azienda con la massima serenità e collaborazione, sino al caso di …Lisa! La lavoratrice entra in maternità un paio di settimane dopo l’assunzione in Se.Am, e non appena il medico suggerisce lo smart working in alternativa alla maternità facoltativa, la Società le concede dal giorno stesso di lavorare da remoto; scelta che viene subito ratificata a distanza di qualche giorno dal Consiglio di Amministrazione. Non corrisponde dunque al vero che la Società abbia concesso lo smart working “da un giorno all’altro” solo sotto pressione, come invece vuole far credere l’Avv. Borsato. Altro che “matrigna”: semmai, una “mamma” che si è comportata con attenzione e responsabilità, tutelando il benessere della lavoratrice non appena ha avuto notizia delle indicazioni mediche, consentendole di lavorare da remoto. Lo “smart working” viene concesso sino a nuova decisione consiliare e sempre che sia compatibile con le esigenze dell’azienda: trattasi di misura dal carattere eccezionale e temporaneo, come peraltro comunicato più volte anche alla Lavoratrice, che era perfettamente consapevole del fatto che tale modalità non era divenuta stabile e definitiva, ma rappresentava una deroga provvisoria. Disponibilità aziendale mal riposta! Lisa lavora da remoto per tutta l’estate 2024, poi gode della maternità obbligatoria sino a febbraio 2025, e da allora è tutt’ora assente, godendo legittimamente dei congedi parentali riconosciuti dalla legge.
Ma evidentemente, non le bastano gli strumenti normativi riconosciuti alle lavoratrici madri, vuole di più! Anzi lo pretende! Nessuno in Se.Am., ha mai fatto pressioni su Lisa affinchè tornasse a lavorare, ma è Lisa – piuttosto – a fare pressioni a Se.Am. per lavorare “da casa”, a prescindere dalle sue mansioni, dalla circostanza che tutte le sue colleghe anche madri come lei abbiano sempre lavorato in presenza, e che in presenza si sia sempre lavorato! Le pressioni su Se.Am. aumentano: Lisa coinvolge Consiglierà di Parità, ITL, un legale….e infine i media, raccontando una versione dei fatti distorta e non veritiera, in cui addirittura le convocazioni avanti al Consigliera di Parità sarebbero state ignorate! La Società ha sempre riservato la debita attenzione alle richieste dei propri dipendenti ed aveva prontamente avvertito via pec la Consigliera di Parità dell’impossibilità a presenziare alla convocazione indetta con un risibile anticipo; convocazione a cui fa partecipare da remoto il proprio legale, avv. Caterina Dal Mas, che spiega le ragioni per cui lo smart working non può più essere prorogato per l’unica lavoratrice “Addetta alle Pubbliche Relazioni e Press Relations”; attività che assumono un rilievo strategico crescente in vista dell’imminente organizzazione dei Giochi Olimpici Invernali. Le mansioni di Lisa “ricomprendono la gestione dei rapporti con media, giornalisti e blogger, nonché l’organizzazione dei viaggi stampa e dei media in Cortina e dunque la loro accoglienza e assistenza in loco. Inoltre è da considerare la particolare congiuntura di Cortina come “Host City” dei prossimi Giochi Olimpici Invernali, che fa sì che il numero di presstrips, di inspection visit dei broadcaster e TV in programma/previsione sia molto elevato. Come comprenderà per la sua natura, queste attività non possono essere svolte in modalità smart working.”. Inutili tali chiarimenti forniti e ribaditi sia da Se.Am. che dal legale Caterina Dal Mas a Lisa e ai suoi “consiglieri”: la Lavoratrice resta insensibile ad ogni spiegazione, e pretende di lavorare da remoto per altri 12 mesi, e non come maliziosamente accennato solo “per i prossimi mesi”, noncurante
delle esigenze aziendali, dello sforzo quotidiano di tutti, colleghe e superiori, impegnati ad accogliere i Giochi Olimpici con la massima professionalità ed impegno.Nessuna penalizzazione; nessuna chiusura; nessuna discriminazione; ma piuttosto la necessità di Se.Am. di garantire a tutti i propri dipendenti lo stesso trattamento, di applicare le stesse regole, e di consentire lo smart working per brevi periodi ed a fronte di circostanze eccezionali, se e quando tale modalità risulta compatibile con le esigenze aziendali. Perché “Lisa” avrebbe un diritto diverso da “Maria” che ogni giorno deve recarsi lontano a trovare la mamma anziana o “Giacomo” che deve affrontare oggi improbabili deviazioni a causa dell’inagibilità stradale? Quale contingenza umana vale più dell’altra? Lisa non deve scegliere tra lavoro e figli, ma solo scegliere di usare tutti gli strumenti che il nostro ordinamento garantisce alle lavoratrici madri per consentire loro di dedicare ai propri bimbi la giusta presenza, consentendo a Se.Am. di organizzare la propria attività e di richiedere la presenza dei propri dipendenti in un momento così delicato ed impegnativo come la prossima apertura dei Giochi Olimpici.
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