Siglato il gemellaggio con Kirtipur «Per una Belluno “senza confini”»
È stato sottoscritto ieri sera in Sala Consiglio il gemellaggio tra le città di Belluno e di Kirtipur, in Nepal, a conclusione di un percorso avviato da alcuni anni dall’associazione “Giuliano De Marchi per il Nepal ONLUS”.
Ad accogliere Narayan Maharjan, già vicesindaco di Kirtipur, e la moglie Gyan sono stati l’assessore alla cultura, Marco Perale, il consigliere comunale e membro dell’associazione “Giuliano De Marchi”, Alberto Simiele, ed i rappresentanti della ONLUS intitolata al medico alpinista scomparso nove anni fa. In sala, anche il professor James Knox con la famiglia, esponenti dell’altra città gemellata con Belluno, Bend in Oregon (USA). Dopo il saluto introduttivo dell’assessore Perale, è toccato a Simiele illustrare le attività dell’associazione “Giuliano De Marchi” a Kirtipur e nell’area circostante, dove la Onlus costruirà presto una scuola per i bambini dall’asilo alle medie e, in collaborazione con altre realtà, edificherà altri edifici scolastici e strutture di ricovero in caso di eventi calamitosi: «Sono stato diverse volte in Nepal, – ha ricordato Simiele – ormai mi sento a casa lì. Abbiamo potenziato le nostre attività dopo il terremoto del 2015 e continuiamo a lavorare, sostenendo anche progetti di adozioni a distanza per bambini e studenti» Maharjan ha invece illustrato le caratteristiche e la situazione della sua città consegnando poi all’assessore una lettera del sindaco di Kirtipur con la quale si sostiene il gemellaggio e si invitano il primo cittadino e l’amministrazione comunale bellunese a visitare la città. Dopo la firma sull’atto che sancisce il gemellaggio, lo scambio dei doni: due volumi sulla città di Belluno da parte del Comune, mentre Maharjan ha consegnato all’assessore Perale la bandiera nazionale del Nepal, una foto panoramica incorniciata di Kirtipur e un copricapo tradizionale nepalese. «Un nuovo tassello per aprire la città di Belluno al mondo e alle altre culture. – commenta Perale – Siamo una città di montagna e di confine, ma questo non deve portarci a chiuderci nei confronti del resto del mondo: nell’anno del centenario della Grande Guerra, è fondamentale abbattere i confini per capire e confrontarsi con gli altri, ed essere così pronti ad aprirsi al mondo».
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