DI RENATO BONA
Oggi, sabato 11 agosto 2018 ricorre il cinquantesimo anniversario della dedicazione della chiesa di Frassenè Agordino che, secondo quanto riporta il settimanale “Domenica” edito dalla Diocesi di Belluno-Feltre e diretto dal vescovo emerito Giuseppe Andrich, risale al 1968. Nel suo sito internet la Provincia di Belluno a proposito di Frassenè ricorda che “La parrocchia, intestata a San Nicolò vescovo, fu fondata nel 1794, ma già dal 1708 era curazia. L’attuale parrocchiale – che ha sostituito quella antica – fu eretta nel 1958 e dieci anni più tardi fu consacrata da Albino Luciani (il futuro “Papa bellunese del sorriso” asceso sul soglio di Pietro il 26 agosto 1978 col nome di Giovanni Paolo I – ndr)”. Anche a Frassenè – conclude la stringata nota – sono conservate opere di Frigimelica e di Antonio Lazzarini e alcune di autore ignoto.
Il sito del Comune di Voltago Agordino riporta invece una relazione storica di Luigi Della Lucia Orghen – estratta dalle pratiche di restauro – Bolla di intento della parrocchia redatta da Cleto Gnech – sul “Patrimonio artistico della vecchia chiesa” spiegando che “Sembra che il primitivo edificio di cui si fa cenno in un testo datato 1388, costituito per iniziativa popolare, fosse di modesta struttura con abside e coro affrescati e con l’ingresso rappresentato dalla superstite porta detta ‘degli uomini’ rivolta ad oriente… Verrà poi arricchita dalla presenza di un campanile eretto dal lato opposto del cimitero e da una cappella laterale dedicata a San Gaetano che insieme ai titolari San Nicolò, con tanto di locale per la confraternita, e San Giovanni Battista, completava la terna dei Santi onorati in parrocchia”.
E veniamo al 1788 quando “parve purtroppo necessario demolire questo edificio per erigere una nuova chiesa, quella successivamente dimessa (dopo160 anni) e per fortuna non abbattuta, per far posto al nuovo imponente fabbricato, opera dell’architetto Ohannes Ghurekian. Alla vecchia chiesa, la generosità del ”Capitolo di Venezia”- frassenesi emigrati come di tradizione sulla Laguna, ottimi ”artigiani” nella produzione e smercio del cioccolato – giunse a mettere assieme diecimila lire (dell’epoca…) con cui oltre a interventi diversi di beneficenza, assicurò – così recita il bollettino parrocchiale per mano di Don Giovanni Juris, aprile 1926 – ”numerosi e importanti arredi sacri, campane, messali che portano tuttora le iscrizioni della loro provenienza”…
Benché esposto al degrado di anni e di non facile manutenzione, questo piccolo ma insigne capitale si è andato incrementando: i due stendardi, lo splendido armadio settecentesco a intaglio nella sagrestia nuova, l’altare maggiore gemello dell’analogo nel Duomo di Milano perché dello stesso autore Costantino Ruggeri, collocato nel 1968… “. E’ intenzione della Parrocchia – prosegue la relazione – valorizzare queste nobili testimonianze di cultura e di fede d’una piccola comunità, una volta affrontato e risolto il problema della revisione e del restauro. Non solo riproponendo nella sede originaria – la chiesa antica, sempre funzionale sebbene non più officiata – un ambiente espositivo che offre la possibilità di apprezzare, con mostre, conferenze,visite di gruppo, una degna ed onesta raccolta di arte e di storia. Essa potrebbe costituire altresì una tappa ed un richiamo nel contesto degli itinerari suggeriti nel quadro della valorizzazione culturale del parco delle Dolomiti, nell’ hinterland del quale cadono Voltago e Frassenè .
E’ anche con tali finalità sociali, culturali, turistiche – oltre naturalmente agli aspetti prevalenti di natura religiosa e di storia civile – che è stato avviato per tempestiva, coerente determinazione dell’amministratore parrocchiale don Stefano Gorzegno e dell’apposito consiglio, l’iter propositivo di un ”restauro per il rilancio”…
su queste pregevoli intenzioni il consiglio per gli affari economici ha lavorato fino a che, il 24 luglio 2004 a pochi giorni dal primo anniversario dalla prematura scomparsa del nostro caro amico Don Stefano, si sono potute presentare alle numerose persone intervenute le opere completamente restaurate… Felice e gradita da parte di tanti la proiezione del filmato risalente al 1968, quando l’allora vescovo di Vittorio Veneto mons. Albino Lucani consacrò ed aprì al culto il nuovo tempio di Frassenè”.
Queste le opere riconsegnate alla popolazione di Frassenè: Annunciazione, attribuito ad Antonio Lazzarini, del 1725; Cristo Crocifisso, di intagliatore veneto, metà del secolo XVIII; Croce da tavolo, intagliatore veneto, metà del secolo XVIII; Madonna con Bambino fra i santi Giovanni Battista, Nicolò Vescovo, Giuseppe e Francesco, copia sec. XX, di originale attribuito al secolo XV; San Gaetano da Thiene, pittore ottocentesco, del 1851; Coppia di Angeli cerofori, intagliatore veneto, del 1725; Cristo Crocifisso, Giovanni Marchiori, prima metà del secolo XVIII; Madonna con Bambino fra i Santi Nicolò e Giovanni Battista, Francesco Frigimelica il Vecchio, 1570 circa; Madonna della pera, pittore settecentesco; Sant’Antonio da Padova con il Bambino e il Beato Gabriele Ferretti, pittore veneto, fine sec. XVII; L’Annunciazione e le Anime purganti, pittore settecentesco, del 1750.
NELLE FOTO (Agordino Dolomiti): le due chiese di Frassenè; una preziosa immagine d’epoca; interno del nuovo edificio sacro.