“Il 15 gennaio 1347 dodici vescovi di Avignone concedevano una Bolla di Indulgenze alla parrocchia di Livinallongo, che comprendeva anche le chiese di Arabba, Andraz, Colle e Caprile”. Ricorda l’evento di qualcosa come 672 anni or sono, uno scritto dello storico agordino, il prof. don Ferdinando Tamis, nel primo volume di “Storia dell’Agordino”, alla pagine 262 dove riporta il documento XLVL, e dalla pagina 14 de “Un calendario liturgico locale”.All’epoca, vescovo titolare era Jean II de Cojordan nominato il 10 maggio 1336 e deceduto il 23 gennaio 1349. La chiesa decanale di Livinallongo del Col di Lana (il sito Infodolomiti puntualizza a proposito del nome: “… deriva dalla parola ladina livinal – gola, vallone franoso, che richiama probabilmente la stretta valle che caratterizza l’inizio del corso del Cordevole – fa riferimento anche al Col di Lana, che domina questo territorio e che è divenuto tristemente celebre per le pagine di sangue che qui furono scritte durante la Grande Guerra fino alla disfatta di Caporetto nel 1917. La parola ladina Fodóm, che identifica il territorio di Livinallongo, sembra invece alludere alla presenza di faggi; dalla stessa origine deriva anche il toponimo tedesco della località: Buchenstein, che unisce la parola germanica Buche (faggio) a Stein (pietra), forse in relazione alla presenza del Castello di Andraz”) è dedicata a San Giacomo Maggiore apostolo e si erge nella parte alta della valle del Cordevole. Su questo edificio sacro il pubblicista Dario Fontanive ha curato per Edizioni turismo veneto il libretto “Livinallongo del Col di Lana e Arabba” in cui sottolinea che “…la bella chiesa decanale intitolata al santo patrono San Giacomo Maggiore o ‘Jaco’, in stile gotico, è caratterizzata da un alto e aguzzo campanile a guglia ghibellina. Nel corso dei secoli è stata più volte distrutta, tanto che in alcuni casi fu riedificata quasi totalmente”. Nel corso di eventi calamitosi – aggiunge Fontanive – buona parte delle opere d’arte e di oreficeria sono state quasi totalmente distrutte; non è quindi da meravigliarsi se quelle che oggi la ornano risalgono ad epoca recente. Segue una sintetica descrizione delle opere: “Nel 1929 il prof. E. Neri dipinse la pala centrale che ritrae San Giacomo con la Vergine Maria ed il bambino Gesù. Ai lati della pala, contenute in nicchie, fanno bella mostra due statue lignee raffiguranti San Simone e San Taddeo, mentre in un’altra nicchia, posta alla sommità dell’altare, è collocata la statua del Cuor di Gesù. Nella chiesa vi sono altri due altari, quello di sinistra dedicato alla Madonna del Rosario e quello di destra dedicato a San Giuseppe. Nel primo altare è stata ricavata un’urna nella quale è conservata la reliquia di San Felice, proveniente dalle catacombe di Santa Priscilla, donata da Papa Gregorio XVI alla comunità Fodoma. Seminascosta da questo altare, murata, si trova la lapide sepolcrale che ricorda la morte e la tumulazione lì del capitano vescovile del Castello di Andraz, Giorgio Felice Mayrhofer (1681-1724) e della consorte Anna Maria Wenzlin De Kirchegg. Le 14 tavole della Via Crucis sono state realizzate da Alessandro Dejaco, pittore della Val Badia. Assai interessante è il pulpito a forma ottogonale nella cui parte centrale sono rappresentati, finemente intagliati, i quattro Evangelisti, le tavole della legge mosaica e, nel mezzo, Gesù. Sulle pareti laterali della navata, in alto, ci sono tre grandi statue lignee. Sulla parete di sinistra è collocata la statua di San Luigi Gonzaga, su quella di destra le statue di Sant’Antonio da Padova e di Sant’Anna; di quest’ultima statua va ricordato che nel 1893, in un concorso pubblico tenutosi a Innsbruck, fu vincitore il suo autore, lo scultore Francesco Tavella della Val Badia. Fontanive conclude: “Assai antica e di costruzione anteriore alla chiesa decanale dietro la quale si trova, è la cappella dei Flagellanti di Pieve, dedicata alla beata Vergine di Lourdes”.
NELLE FOTO (Dario Fontanive):Vedute della chiesa di San Giacomo; il pulpito; l’altare centrale con la pala del Santo; la statua di Sant’Anna con la Madonna.