Nel giugno del 2005 l’allora vescovo emerito di Belluno-Feltre mons. Maffeo Ducoli diede alle stampe con la editrice Velar di Gorle di Bergamo il libro “Un sacerdote in benedizione” che illustra dettagliatamente la figura e l’opera di monsignor Giuseppe Pierobon. Chi era questo sacerdote? Figlio di Antonio e di Caterina Bortoluzzi era nato a Reveane di Ponte nelle Alpi il 4 ottobre 1922 e battezzato l’8 dello stesso mese nella parrocchiale di Cadola. Dopo gli studi nei seminari di Feltre e Belluno aveva conseguito la maturità al liceo classico “Tiziano” del capoluogo. Fu ordinato sacerdote, a Cadola, il 4 luglio1948 dal vescovo Girolamo Bortignon e, di nuovo a Cadola, celebrò solennemente la prima messa. Fu cooperatore a Castion, vice rettore e insegnante nel seminario minore di Feltre poi per ben 27 anni parroco, arciprete, vicario foraneo a Castion, membro della Commissione diocesana e amministratore del seminario Gregoriano, assistente provinciale delle Acli, direttore della Pastorale del lavoro, membro della Commissione vertenze. A Castion è ricordato, fra l’altro, per aver realizzato la nuova canonica ed il nuovo asilo infantile; ancora: per aver fatto restaurare la chiesa di San Mamante favorendo anche così il culto alla Madonna della salute; importanti interventi anche per le chiese di Cirvoi, Caleipo e Sossai; fu sostenitore convinto della costruzione di una chiesa sul Col Nevegal promuovendo un Comitato che ha ottenuto dal Comune l’inserimento nel piano regolatore di una zona culto; ha appoggiato la Forestale di Stato per la costruzione della chiesetta del patrono San Giovanni Gualberto sul Colle bellunese, per la quale ha donato il relativo terreno. Si è distinto anche in campo sociale offrendo il terreno per le case popolari, il campo sportivo, per la zona sport e giochi di Faverga-Madeago, per l’ampliamento del cimitero, l’allargamento di strade, la realizzazione della Casa Acli in Nevegal; si è battuto per la creazione della scuola media; ha collaborato per ben 5 lustri con don Aldo Belli alla realizzazione e alla vita della colonia-villaggio San Paolo al Cavallino di Jesolo. Lasciata la parrocchia di Castion è stato parroco di Sargnano dal 1982 al 1991 dove si è impegnato per le opere della chiesa e nelle chiese (San Liberale, ad esempio) ma sempre anche nel sociale. Costretto nel 1991 a lasciare Sargnano per motivi di salute ha fattivamente collaborato col vescovo Ducoli per l’erezione del santuario mariano del Nevegal. Per i numerosi meriti il 13 maggio del 1991 è stato nominato Cappellano di sua santità Giovanni Paolo II ed il 10 dicembre di quello stesso anno Canonico onorario della cattedrale-basilica di Belluno; nell’agosto del 2002 è stato premiato dall’associazione Amici del Nevegal per il suo impegno. La pregevole opera dello scomparso presule Ducoli, vescovo di Belluno-Feltre dal 1975 al 1995, è stata pensata e realizzata per evocare la spiritualità che ha animato mons. Pierobon nel compimento dei servizi pastorali che i vescovi gli hanno affidato e che lo ha fra l’altro visto per gli ultimi 12 anni di episcopato di Ducoli “seguirmi come un fratello ed amico fedelissimo nella costruzione del Santuario Maria Immacolata del Nevegal”. Il libro – con presentazione dell’allora vescovo mons. Giuseppe Andrich (… mons. Giuseppe Pierobon comunicava gioia, serenità e ottimismo, ciò non era soltanto rivelazione del suo equilibrio interiore. Ma anche un’attraente testimonianza di fede. Lo dico per conoscenza diretta e sento di doverlo affermare per il compito che la Provvidenza mi ha dato. E’ stato una ‘benedizione’ e rimane ‘in benedizione’…”) -si articola in due parti: nella prima vi è una sintesi dell’attività pastorale di don Giuseppe, curata da Ducoli; nella seconda una lunga lettera del monsignore agli amici e ai giovani, dalla quale estrapoliamo : “…oggi il modo di fare il prete è molto cambiato,la mo spirito deve rimanere sempre identico, se si vuole essere ministri del Signore. Penso alle difficoltà maggiori che oggi il sacerdote incontra nel mondo laicizzato, che ha perso il senso del sacro, per regolarsi sempre e solo secondo la propria libertà. Le difficoltà sono certo maggiori di ieri e la corrispondenza minore, anche se il prete non usa più la veste talare e forse neppure il clergyman, è difficile portare e annunciare il Vangelo… Queste righe vorrebbero essere un aiuto ai giovani a riflettere su quanto è bello donarsi al Signore, nei modi adatti ai tempi in cui viviamo, ieri come oggi, perché grande è la ricompensa nei cieli, ma anche grande è la gioia qui sulla terra…”.
NELLE FOTO (Riproduzioni da “Un sacerdote in benedizione”): la copertina del libro del vescovo Ducoli; casa natale di Giuseppe Pierobon a Reveane; cappellano a Castion; Pasqua 1980 con gli ex suoi cappellani in occasione del 25. di parrocchia; luglio 1998:nella Casa Santa Maria ai Piai per il 50, di ordinazione sacerdotale; con il suo mentore, il vescovo Maffeo Ducoli al Santuario del Nevegal; parroco grande amico dei giovani; nella Cappella ai Piai di Visome; 12 novembre 2004: funerale di don Giuseppe a Cadola; la tomba di mons. Pierobon nel cimitero di Cadola.