Ho sempre creduto nella potenza della Radio, nella forza della Radio, strumento unico in caso di grandi calamità, quando le linee elettriche si interrompono, i tralicci collassano e via discorrendo.
In questi casi con un gruppo elettrogeno alimenti il “microfono”, con quattro pile a stilo – a volte ne bastano due, ma anche una soltanto – riaccendi la vecchia radiolina FM, oppure avvi l’auto e lasci partire l’autoradio che non necessita dei 220 volt.
Lo spiego da anni agli esperti della Protezione Civile, invitandoli a prestare attenzione al mondo radiofonico e hanno colto il messaggio.
Nei giorni di Vaia Radio Più ha continuato a trasmettere notizie, un collegamento con il resto del mondo tra il totale black out di ogni altro mezzo. Ci avevano visto giusto i 10 soci fondatori quando hanno dato il via alle trasmissioni il 25 giugno 1983. Era la mission iniziale della radio agordina, rimasta tale a distanza di 40 anni.
E’ stato un lavoraccio in quei giorni, ma anche motivo di grande soddisfazione per il lavoro che stavamo svolgendo. Ho usato il plurale, perchè nei giorni di Vaia di tutto quello che stava accadendo ce ne siamo occupati in due: io e Marco Gaz. Non mi ha mai abbandonato, ha trascorso giorni e notti tra la Radio in via Paris Bordone, la Dacia ammaccata dai sassi e più volte finita nell’acqua, i vari punti dove abbiamo raccolto informazioni senza sosta.
Guai se non ci fosse stato Marco, già erano giorni di grande solitudine, ma aver condiviso questa esperienza con un amico ha aiutato e non poco. E’ proprio vero che gli amici sono quelli che nel momento del bisogno ti danno una pacca sulle spalle, gli altri, che invece girano i tacchi sono e rimarranno semplici conoscenti, colleghi che hanno colto l’opportunità offerta dalla RADIOPIU’.