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VENEZIA Il tumore alla prostata è la neoplasia più frequente tra gli uomini nel Veneto, con oltre 3.000 nuove diagnosi ogni anno. Nonostante nella nostra Regione venga trattato con buoni risultati, registrando una percentuale di sopravvivenza a cinque anni superiore alla media nazionale, i casi in fase avanzata continuano a rappresentare una sfida rilevante. Per ampliare le opzioni terapeutiche disponibili nelle forme più difficili da trattare, il Veneto ha introdotto, attraverso il Servizio Sanitario Regionale, la prima terapia con radioligandi. Questa innovativa cura unisce medicina nucleare e oncologia di precisione, offrendo una nuova opportunità ai pazienti con carcinoma prostatico avanzato che hanno già affrontato altri trattamenti. L’inserimento della terapia con radioligandi nei percorsi di cura regionali rappresenta un importante passo avanti nella gestione del tumore alla prostata in fase avanzata. Questa terapia consente infatti di integrare diagnosi e trattamento, localizzando con precisione le cellule tumorali che esprimono specifici marcatori, diventando così bersagli terapeutici. Agendo in modo selettivo solo sulle cellule cancerose, la terapia si propone come un trattamento mirato e personalizzato, in grado di migliorare la sopravvivenza e la qualità della vita dei pazienti. Il Veneto ha individuato quattro centri specializzati per garantire l’accesso alla terapia con radioligandi (RLT): l’Istituto Oncologico Veneto (IOV) di Padova, l’IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar, l’Ospedale dell’Angelo di Mestre e l’Ospedale San Bortolo di Vicenza. Queste strutture sono autorizzate alla presa in carico dei pazienti tramite team multidisciplinari dedicati alla valutazione dei singoli casi clinici. Diverse figure professionali collaborano infatti alla definizione di un percorso strutturato per l’accesso alla RLT, assicurando un approccio integrato e personalizzato alla cura. (FOTO: Dott. Simone Assumma)
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