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BELLUNO Questa mattina in prefettura a Belluno si è svolto un incontro sulle due aziende bellunesi a rischio chiusura, entrambe controllate da multinazionali che intendono abbandonare il territorio, mettendo a rischio 200 posti di lavoro. Il prefetto Roccoberton ha espresso preoccupazione per le vertenze e ha assicurato il proprio impegno per la convocazione dei tavoli di crisi al Mimit, già sollecitati con nota formale inviata a Roma. Nel caso della Hydro di Belluno, lo slogan aziendale “Cura, Coraggio e Collaborazione” è stato rispettato solo dai lavoratori, mentre l’azienda non ha effettuato investimenti né mostrato attenzione al personale. La multinazionale ha deciso di chiudere lo stabilimento, replicando comportamenti già osservati in altre sedi, definibili “locuste” per l’erosione sistematica delle risorse. Situazione simile per Edim-Bosch, rilevata per esigenze di fornitura ma senza investimenti, portando a una drastica riduzione dei dipendenti e dei clienti. Il segretario Fiom Belluno, Stefano Bona, ha ribadito la necessità che il governo intervenga rapidamente, privilegiando il mantenimento degli stabilimenti e dei posti di lavoro, mentre la ricerca di acquirenti rimane secondaria. I bilanci di Hydro mostrano che la chiusura non è giustificata economicamente.
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