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VENEZIA “Sono trascorsi tre anni ma il dolore è ancora vivo e con esso è grande il cordoglio e il senso di vicinanza ai familiari delle vittime. Il 3 luglio è diventata una data indimenticabile per la nostra terra: la Marmolada, cima maestosa e simbolo potente delle Dolomiti, in tempo di pace è tornata a vestirsi di dolore, incidendo un segno indelebile nella vita di persone, famiglie e comunità. Ma è diventata anche fonte di un messaggio che nel dolore invita a non banalizzare il rapporto con la natura, i cicli della Terra, l’approccio con la montagna”. Così il presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, ricorda la tragedia che il 3 luglio 2022, con il distacco di una porzione del ghiacciaio della più alta vetta dolomitica, costò la vita a 11 persone e causò il ferimento di altre 8. “Di quelle ore conservo indelebile il ricordo di un fatto di portata straordinaria, della conta delle vittime e lo strazio dei familiari nell’attesa delle operazioni di identificazione che solo il 9 luglio sarebbero concluse; un elenco che vedeva la nostra regione pagare il prezzo più alto, piangendo 8 appassionati che condivisero la triste sorte con un altro italiano e due turisti cechi”. “Questo è un momento di memoria e di solidarietà verso i loro cari prosegue Zaia -. Un gesto doveroso, ma anche un invito a rileggere il nostro rapporto con la natura di fronte a un accadimento imprevedibile equivalente al cedimento di un enorme grattacielo di ghiaccio. Altri eventi franosi, di diversa natura ma ugualmente pericolosi, fortunatamente senza danni a persone, si sono verificati anche in questi ultimi giorni in altre zone dolomitiche. Come sempre gli esperti si esprimeranno mentre i nostri tecnici sono già al lavoro e affinando il sistema di monitoraggio operano a 360° nella consapevolezza che se i mutamenti climatici possono avere favorito questi fenomeni, le cause sono molteplici come ci insegna la lunga vita delle nostre montagne, plasmate nei millenni proprio dal dissesto idrogeologico”. “Un pensiero – conclude il Governatore – in questo giorno va anche ai soccorritori e gli operatori del Cnsa, del Suem, delle Forze armate e di Polizia e della Protezione civile che in quei giorni lavorarono senza sosta. Sono il presidio delle nostre montagne, gli angeli degli escursionisti; sempre pronti a mettere in gioco quotidianamente loro stessi con professionalità e abnegazione”.
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